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La cipolla del Sulcis certificata come tesoro alimentare

Un prodotto agroalimentare tradizionale del Sulcis finalmente recuperato a San Giovanni Suergiu con la presentazione della certificazione del ministero dell'agricoltura al Salone del gusto di Torino.

La cipolla di San Giovanni Suergiu è un vero e proprio tesoro dell’agroalimentare sardo. Per anni di questa pianta autoctona si erano perse le tracce ma alla fine di settembre è stata presentata al Salone del Gusto di Torino, evento che ha contribuito a recuperarne il gusto e la memoria. La semina della cipolla del Sulcis inizia proprio in questo periodo in Sardegna e sono davvero pochissimi i contadini centenari che ne hanno custodito la coltivazione, recuperata anche grazie all’impegno della sindaca del paese, Elvira Usai, e del Comitato cittadino per la biodiversità. All’inizio di novembre i contadini seminano per tradizione il bulbo rossastro nei terreni sabbiosi del basso Sulcis e aspettano la maturazione della cipolla che avviene entro sei mesi, da aprile ad agosto per San Giovanni Battista. Una volta raccolta la cipolla di San Giovanni Sergiu si può gustare in tutta la sua bontà: ha un sapore dolce ed è croccante, è ipocalorica e diuretica, con proprietà organolettiche uniche.

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La sindaca di San Giovanni Suergiu ha detto: "Il nostro obiettivo è vedere i campi, ora abbandonati, nuovamente coltivati, magari dai nostri emigrati di rientro. Per questo crediamo nello sviluppo locale, nella valorizzazione dei nostri prodotti tipici e nelle mani sapienti di chi vuole mantenerle attuali e farle conoscere".

Da quando il Ministero delle Politiche agricole ha assegnato alla cipolla del Sulcis la certificazione Pat, prodotto agroalimentare tradizionale, i coltivatori sardi si sono mobilitati per raccogliere testimonianze, trascrivere le antiche ricette gastronomiche che hanno la cipolla per protagonista e concorrere alla elaborazione del disciplinare per la coltivazione, la promozione e la vendita di questa cipolla. Il marchio Pat per adesso è stato assegnato a cinque produttori certificati.

Foto| Pixabay

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