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Strumenti della tradizione sarda: sa Ghitarra

Cetra gallurese | Fotografia: Pietro Paolo Pinna, Nuoro (Archivio Ilisso)La chitarra, nella forma per così dire “popolare” a quattro corde e in quella “classica” della vihuela, è attestata in Sardegna già dal XVI secolo.

Anche questa settimana pubblichiamo una scheda estratta dal volume "SONOS - Strumenti della musica popolare sarda" pubblicato dalla ILISSO Edizioni di Nuoro, che ci ha gentilmente concesso la possibilità di diffondere e valorizzare un'altro aspetto della ricchezza culturale della nostra Isola: la musica e l'originalità del patrimonio organografico Sardo.

Uno degli obiettivi della nostra iniziativa editoriale è la valorizzazione e diffusione delle eccellenze sarde, siano esse culturali, tecnologiche, economiche e imprenditoriali, e la ILISSO Edizioni rientra certamente in una di queste categorie.


Cetra gallurese | Fotografia: Pietro Paolo Pinna, Nuoro (Archivio Ilisso)Dati generali
Strumento in uso
Carattere prevalentemente melodico
Non costruito generalmente da chi lo suona
Occasione indeterminata

Area di attestazione
Tutta la Sardegna

La chitarra, nella forma per così dire “popolare” a quattro corde e in quella “classica” della vihuela, è attestata in Sardegna già dal XVI secolo. Oltre alle testimonianze iconografiche che figurano in questo volume, ricordiamo un pregone viceregio emanato a Cagliari nel 1598 con cui si vieta di suonare chitarre e liuti per le vie della città dopo il rintocco della campana vespertina (Archivio di Stato di Cagliari, Antico Archivio Regio, vol. C 2, c. 39). Questa è la prima menzione dello strumento in Sardegna e si riferisce inequivocabilmente ad un uso popolare della chitarra, confermato da una cronaca di alcuni decenni più tardi in cui si racconta di un giovane nobile morto dopo una notte di balli e canti accompagnati dalla chitarra (Madrid, Archivo Histórico Nacional, Fondo Casa de Osuna). È per chitarra anche una canzonetta del Seicento con un’approssimativa notazione musicale, individuata nella Biblioteca Universitaria di Sassari.

La chitarra, strumento facilmente trasportabile e alla portata di qualsiasi esecutore, ha sempre avuto una specifica caratterizzazione popolare. Avrebbe stupito quindi una sua assenza nella musica folklorica della Sardegna, anche in considerazione dei profondi legami con la Spagna, centro di diffusione della chitarra in tutta l’Europa.

La chitarra sarda non differisce da quella in uso nel continente e, sebbene si abbia notizia di costruttori isolani, non si può parlare di una specifica evoluzione locale dello strumento se si eccettuano i sistemi di accordatura e alcuni dettagli costruttivi di scarso rilievo.

La tecnica esecutiva, legata per quanto ci risulta all’accompagnamento del canto e più raramente a quello della danza, ha avuto invece una specifica evoluzione e un particolare adattamento alla musica sarda, come risulta dalla trattazione di Andrea Carpi.

Fino agli anni Quaranta era diffusa la chitarra normale, e ancor di più la cosiddetta “terzina”, uno strumento di dimensioni più piccole, ma dal dopoguerra si è universalmente imposto l’uso della chitarra “folk”, caratterizzata da una cassa di risonanza di grandi dimensioni su cui è incollato, in prossimità del foro di risonanza, un battipenna di materiale plastico decorato a intarsio.

Le corde metalliche sono fissate ad una cordiera nella fascia inferiore e passano attraverso un sottile ponticello mobile sulla tavola armonica.

Nella tastiera si possono trovare cerchietti o barrette segnatasti nel III, V, VII, X e XII tasto. Singolare è il fatto che, nelle chitarre con corde metalliche in uso nella moderna musica cosiddetta “leggera” o popular, uno dei segnatasti sia posizionato al IX anziché al X tasto, differenza probabilmente da attribuire alle specificità del canto sardo. Si registrano, infine, differenti sistemi di accordatura, in relazione ai diversi usi e occasioni..

Testo: Andrea Carpi | Fotografia: Pietro Paolo Pinna, Nuoro (Archivio Ilisso)

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