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Perché Michela Murgia ha ragione sui testi di Battiato

  • Scritto da Esse_Enne

La scrittrice sarda finisce nella fogna social mediatica per aver ironicamente criticato l'opera dell'autore siciliano.

Mai letto un libro di Michela Murgia. Mai votata nemmeno alle elezioni, quando si candidò. Mai sopportato il politicamente corretto e tantomeno considerato un programma politico.

Sempre ascoltato Battiato, specie quello di fine anni '70-'80. Testi conosciuti a memoria di Battiato: molti, tra i preferiti 'aria di rivoluzione', 'summer on a solitary beach', 'Prospettiva Nevskij', ‘Up patriots to arms’. Concerti di Battiato visti: svariati.

Eppure. Eppure la scrittrice di Cabras ha fatto bene a dire che i testi di Battiato spesso sono ermetici e non si capiscono. Perché? Beh, anzitutto perché è vero e poi perché era un ruolo che svolgeva in una specie di gioco intellettuale con un'altra scrittrice. Ciò nulla toglie alla grandezza musicale del “Maestro” catanese.


Questo il video della Murgia

Insomma, sfidiamo i fan di Battiato a spiegare in parole semplici che significhi “Gesuiti euclidei, vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming”, verso cantato centinaia di volte sotto la doccia ma purtroppo mai compreso, oppure per prenderne uno veramente a caso quello di “Chanson egocentrique” (piacevolissima da ascoltare) che recita: “Chi sono, dove sono quando sono assente di me da dove vengo, dove vado dalla pupilla viziosa delle nuvole la luna scende i gradini di grattacieli per prendermi la vita”.

L’odio social verso Murgia si è avvalso principalmente di tre argomenti:

1) Murgia non capisce niente di musica ed è una scrittrice mediocre quindi deve stare zitta. A parte i tanti riconoscimenti ricevuti dai suoi libri, è davvero il “popolo di internet” a dover giudicare la validità artistica di quei romanzi? E dal punto di vista musicale immaginiamo che tutti quelli che insultano Murgia siano diplomati al conservatorio o perlomeno - boh - siano dei novelli Lou Reed (alcuni ci si sentono, sicuramente).

2) Murgia è una radical chic sinistrorsa femminista. A parte che sinistrorso e femminista non è che siano necessariamente degli epiteti (visto anche che molti haters di Murgia si considerano di sinistra, quando non addirittura “comunisti”) e a parte che se Tom Wolfe - inventore del termine, per i tanti che lo usano senza sapere di cosa parlano - tornasse in vita, probabilmente farebbe mandare una lettera dal suo avvocato al 90% di quelli che lo usano a sproposito su Facebook e Twitter. Insomma a parte queste cose, Michela Murgia prima di diventare una scrittrice risulta lavorasse in un call center di Oristano che vendeva aspirapolvere: quindi o era un esperimento sociale, e ci permettiamo di nutrire qualche dubbio, oppure aveva talmente bisogno di soldi da fare un lavoro “di merda” (no politicamente corretto, ok?) come quello. Da cui deriva che sembra difficile definirla “radical chic”, almeno nel senso usato da Tom Wolfe, che dovrebbe essere l’unico possibile visto che l’ha inventato lui.

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3) Murgia è brutta e sovrappeso e quindi deve stare zitta, come si permette di criticare Battiato, che è pure malato. E va bé su questo non ci sarebbe manco da discutere, credo, ma siamo costretti quantomeno (controvoglia) a mostrare di che parliamo, quindi prendiamo dei commenti a caso da un post sull’argomento pubblicato su Facebook.

Ah, tra gli odiatori di Murgia si distingue Andrea Scanzi, sempre più influencer che giornalista, che ha scritto sempre sul social di Zuckerberg: “Nel frattempo, impegnati nell’unica cosa che da sempre sai fare: recitare al peggio la caricatura dell’intellettuale, a uso e consumo di quelli che si accontentano di poco. Anzi quasi niente.”

Del resto la sua lungimiranza può essere apprezzata bene qui, dove un mese fa (il 25 febbraio) parlava del Covid-19 dicendo “non è una malattia mortale porca puttana di una troia ladra” (no politicamente corretto, ok?) e parlava di “delirio collettivo”. 15mila morti solo in Italia. Profetico.