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SIGUR RÓS: IL GENIO VIENE DAL FREDDO

Sigur RosGrande successo per il concerto romano della band di culto islandese.

 Dal gelo dell’Islanda all’afa insopportabile della Roma di questo fine luglio: c’è chi pensava, tra il serio e il faceto, che i Sigur Rós potessero soffrire il caldo e non rendere secondo le loro possibilità, invece non solo non l’hanno sentito, ma lo hanno fatto dimenticare anche agli spettatori del loro concerto di domenica a Capannelle. Che la band nordica avesse uno stile coinvolgente, tra nenie, tappeti elettronici, ruvidezze chitarristiche e suoni colti lo si sapeva, ma che il suo set potesse diventare un viaggio ipnotico, anche senza additivi, era inatteso almeno per una parte del pubblico, compreso chi scrive.

Invece il live della “Rosa della vittoria” (questo il significato del nome), partito già con un’altissima qualità sonora, in uno spazio dove non è affatto facile renderla, dopo mezz’ora diventa un vero e proprio viaggio spaziale in cui le luci acide del palco e le lampadine che si accendono e spengono a ritmo di musica diventano parte di un “trip” sensoriale di un’ora e mezza.

Jónsi Birgisson, Ágúst Ævar Gunnarsson e Georg Hólm, insieme ai loro complici, sprigionano una forza inattesa anche per chi li apprezza ma se li aspettava molto più "da ascolto", creando un muro del suono, un magma di suoni travolgente che lascia stremati ma con la voglia di averne ancora, di più, tanto di più come invoca il pubblico, che ottiene come bis altre suite clamorose (come la conclusiva "Popplagið"), oltre le quali nessuno ha più il coraggio di spingersi, quasi che non si potesse andare oltre quanto già sentito.

Dalle più famose "Olsen Olsen", "Hoppípolla", "Kveikur" e "Festival", fino a "Svefn-g-englar", tutto è trasfigurato in un unico nucleo di forza che stordisce, avvolge ed emoziona. Post rock? Forse è giusto usare questo termine, se proprio si deve dare una definizione a tutto, ma in questo caso molto meglio dire semplicemente Sigur Rós: unici, inimitabili, geniali e almeno dal vivo indefinibili.

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