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Fitch boccia l’economia sarda o forse no

Rating FitchLa famosa agenzia di rating assegna un A- all'isola, ma prevede effetti positivi dal taglio dell'Irap su industria, energia, edilizia e turismo.

Uno dei colossi delle agenzie di rating internazionali, Fitch Ratings, ha confermato pochi giorni fa una valutazione a lungo termine di A- per la Regione Autonoma della Sardegna con un outlook negativo nelle previsioni per il futuro, anche se a ben vedere i dati la possibilità di un miglioramento non sembra poi così remota. L'agenzia, le cui valutazioni sono spesso contestate perché favorirebbero politiche di austerità, si preoccupa soprattutto per gli 1,5 miliardi di euro di prestiti e obbligazioni in circolazione, nonché per prestiti futuri che non sembrano garantiti. Fitch ritiene comunque che la Sardegna saprà mantenere un equilibrio favorevole tra entrate e spese, nonostante la crescente disoccupazione, sulla base di entrate derivanti dalla condizione di statuto speciale dell’autonomia regionale.

L'outlook negativo è allineato con quello dell’Italia, e Fitch non sembra aspettarsi quelle modifiche allo statuto speciale che alcuni temono con l’annunciata riforma del Titolo Quinto della Costituzione: questo status consente all’isola di essere valutata al di sopra della stessa Italia (che ha al momento un B+), visto che la sua condizione istituzionale dà diritto a ricevere quote fisse delle principali imposte nazionali, che vanno dal 90% dell’IVA al 70% dell'imposta sul reddito delle società. Questa struttura delle entrate supporta la resilienza fiscale, mentre i maggiori poteri rispetto alle regioni ordinarie permettono una migliore corrispondenza tra le entrate e le spese. Secondo indicazioni preliminari, la regione ha registrato un margine operativo di circa il 12% su base cash flow nel 2013 e ha anche annullato il deficit di bilancio che aveva accumulato negli ultimi anni. Anche la posizione di cassa era stabile a circa 850 milioni di euro alla fine dell’anno scorso.

Fitch si aspetta risultati concreti dai tagli del 70% all’aliquota ordinaria dell'IRAP sulle imprese, decisi dal governo per il periodo 2013-2015 con l’obiettivo di ridurre il carico fiscale della Sardegna e di conseguenza portare la regione fuori dalla recessione. L'agenzia prevede una modesta ripresa del PIL (0,5 %) nel 2014-2015, che dovrebbe però contribuire a ridurre un tasso di disoccupazione pari, nel 2013, al 16,5 %. Il settore petrolifero, quello dell’energia verde, l’edilizia e il turismo dovrebbero contribuire a stabilizzare il tasso di occupazione intorno al 50%, con la presenza di 550.000 lavoratori dipendenti, sostenendo il consumo interno. La Sardegna è focalizzata sul miglioramento di porti e aeroporti, strade ad alta velocità, manutenzione straordinaria delle strutture scolastiche, nonché progetti di information technology, comunicazione e Ricerca & Sviluppo, per sostenere il turismo e l'evoluzione demografica. Per Fitch, però, un downgrade dell’Italia o un calo strutturale del margine operativo inferiore al 5% sarebbe incompatibile con un rating A-  e potrebbero pertanto tradursi in un declassamento della Sardegna .

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