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Da Sant'Antioco a Capo Comino progetto per recuperare le strutture costiere

Saranno in tutto 10 le strutture costiere messe a bando dalla Regione nel progetto “Orizzonte Fari” che punterà a “creare reddito e occupazione” con concessioni di 50 anni.

Riqualificazione, rigenerazione, riuso. Saranno dieci, tra fari, stazioni semaforiche e vedette sulle coste della Sardegna ad essere messe a bando entro l'anno per la concessione in locazione a privati per la loro ristrutturazione e valorizzazione. La Regione e l'Agenzia del Demanio, per la prima volta in Italia, stipuleranno un accordo di collaborazione per predisporre il programma “Orizzonte Fari” che riguarda nove beni regionali e uno ancora in capo allo Stato, il faro di Capo Comino nel territorio di Siniscola sulla costa nord orientale dell'isola. Le altre strutture messe a bando saranno tre fari a La Maddalena, l'ex faro di Capo d'Orso a Palau, le ex stazioni di segnale di Capo Sperone a Sant'Antioco e di Punta Falcone a Santa Teresa Gallura, le ex stazioni semaforiche di Capo Ferro ad Arzachena e di Punta Scorno nell'isola dell'Asinara. 

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Tra le altre strutture che verranno concesse per 50 anni (in cambio di un canone concordato) per creare alberghi, musei o anche osservatori naturalistici, spicca per il suo importante valore storico l'ex stazione di vedetta di Capo Figari, a Golfo Aranci, da dove Guglielmo Marconi nel 1032 lanciò i primi segnali radio oltre il Tirreno. “La Regione possiede beni di grande valore: vogliamo metterli in grado di creare reddito e occupazione”, ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. “Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di vederli trasformati spesso in ruderi abbandonati”.  

Foto | Gaspar Torriero su Flickr - nella foto il faro di Capo Comino

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