Logo

Dna sardo: in 50 rivogliono indietro dati e campioni di sangue

Lasciati soli dalla Regione decine di donatori ogliastrini chiedono indietro i propri biodati, così quindici anni di studio sul Dna rischiano di andare perduti.

Dopo le polemiche seguite alla vendita della banca dati del dna sardo e l'intervento del Garante della privacy sulla vicenda, una parte dei 13 mila donatori dell'Ogliastra hanno chiesto indietro i propri dati e i campioni di sangue donati nei primi anni del duemila. Infatti, come abbiamo già documentato, risale allo scorso anno la complicata vicenda societaria che ha visto la messa in liquidazione della Shardna spa poi ceduta alla Tiziana Life Sciences, con sede a Londra, per 285mila euro. E con essa anche il materiale per la mappatura genetica della popolazione ogliastrina sulla quale la società aveva operato per 15 anni.

Ora circa 2.500 donatori che parteciparono a quel progetto, riuniti in un'associazione presieduta dal dottor Flavio Cabitza, temono che i loro dati genetici vengano venduti all'asta e usati all'estero. E hanno chiesto alla Regione Sardegna di sostenerli nello loro battaglia: un appello finora caduto nel vuoto. Eppure gli studi sul dna dei sardi stanno dando risultati sempre più sorprendenti.

LEGGI ANCHE| Il dna sardo si tramanda dal Paleolitico

Cabitza: cittadini non in vendita e dna opportunità per il territorio. In 50 richiedono indietro i biodati

Alcuni giorni fa una cinquantina di donatori ogliastrini ha inoltrato a Tiziana Life Sciences e Cnr la richiesta di restituire i dati, dopo aver invano sollecitato incontri chiarificatori. In caso di mancata risposta, l'associazione, fermamente contraria alla mercificazione del dna dei sardi, si rivolgerà al Garante della privacy, che alcuni mesi fa aveva già intimato alla nuova proprietà il blocco totale del codice genetico ogliastrino.

“Ci interessa”, ha sottolineato Cabitza, “che il nostro sangue venga studiato qui in Sardegna e che quest'attività si traduca in vantaggi per il territorio, anche in termine di occupazione. Questo bene non è economicamente quantificabile. Non ci fidiamo di Tiziana life sciences, che finora non ci ha mai chiesto il consenso per l'uso dei campioni. I cittadini non sono in vendita”.

La paventata “svendita” del patrimonio genetico dei sardi, studiato su una delle popolazioni geneticamente più omogenee, fatto che ha permesso di ricostruire l'albero genealogico ogliastrino fino al 1540, è stata oggetto di accese polemiche e di richieste di intervento sulle quali si è espresso solo il Garante della privacy 

LEGGI ANCHE| Garante privacy blocca l'uso della biobanca

Psd'Az-La Base-Uds-Udc-Rossomori: Pigliaru e Paci riferiscano in aula

Inizialmente messo a disposizione di ricercatori sardi per studiare i segreti della longevità e identificare le cause genetiche di alcune malattie, il tema è ora anche l'oggetto di una mozione presentata in Consiglio regionale dal Psd'Az (primo firmatario il capogruppo Angelo Carta), La Base, Uds, Udc e Rossomori. “La Giunta regionale intervenga a tutela del diritto dei sardi a essere padroni del loro stesso sangue” – ha esortato Carta, sottolineando il silenzio seguito a due ordini del giorno già approvati dall'Aula il 27 luglio scorso con cui si sollecitava presidente ed esecutivo regionale a riportare in Sardegna la proprietà della banca dati del dna.

Al momento i 13mila campioni di sangue sono custoditi dal parco genetico d'Ogliastra a Perdasdefogu. La mozione rivolta al presidente Francesco Pigliaru e all'assessore alla programmazione Raffaele Paci chiede di riferire in Consiglio regionale e di trattare con la nuova proprietà e il Cnr per trovare un accordo sull'utilizzo della banca dati.

Foto: Pixabay | CC0 Public Domain 

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.