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Disastro in Sardegna, il Wwf attacca: mancati interventi negli anni

Secondo gli ambientalisti il ripetersi di eventi come quello di Bitti a distanza di 7 anni da un altro simile dimostrano che le istituzioni non hanno messo in sicurezza il territorio.

La crisi climatica sta moltiplicando gli eventi meteorologici estremi che sono sempre più intensi e frequenti. Ma se un evento si ripete nella stessa località a distanza di sette anni e fa ancora più danni vuol dire che le istituzioni non sono state capaci di intervenire e liberare il torrente tombato e mettere in sicurezza il territorio. È quanto successo a Bitti, dove un altro evento meteo estremo, 7 anni fa, aveva provocato enormi danni. Lo sostiene il Wwf in una nota, a proposito dell'alluvione che, nel Nuorese, ha causato anche tre vittime.

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La tragedia di Bitti costituisce, per il Wwf, "non solo un atto di accusa, ma anche l’ennesimo campanello di allarme per l'Italia intera: il cambiamento climatico agisce da moltiplicatore del rischio - tra ieri e oggi, tra Sardegna e Sicilia (ma l’allerta riguarda anche la Calabria e altre regioni meridionali) si registrata una tempesta di grandissima violenza. C’è bisogno di un cambio di passo nella gestione del territorio e per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici; per questo il Wwf Italia ha redatto una proposta per 'Riqualificare l’Italia' dove riafferma la necessità di una gestione del dissesto idrogeologico a livello di bacino idrografico e per avviare progetti di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela della natura e della biodiversità che le Regioni avrebbero dovuto avviare già da anni”.

E che un corso d'acqua tombato attraversasse il centro abitato, lo conferma il presidente dell'Ordine dei geologi della Sardegna, Giancarlo Carboni: "Il corso d'acqua ha seguito la sua linea di deflusso naturale: quando è stata creata la strada non si è avuta consapevolezza che l'acqua segue questo flusso".

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