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Le maschere tradizionali sono nel Dna dei sardi

Convegno a Stintino sulle maschere del Carnevale in Barbagia, realizzate anche sette statue che fanno parte da quest'anno del presepe a grandezza naturale.

Le maschere e il presepe tradizionali non sono soltanto elementi culturali ma parte della stessa identità sarda e si “ritrovano nel Dna” degli abitanti dell’isola. Non è un caso che per le maschere di Carnevale della Barbagia sia già stato avviato un iter che le conduca al riconoscimento dell’Unesco, come hanno spiegato in un convegno a Stintino i sindaci di Mamoiada, da dove provengono quelle di mamuthone e issohadore,  di Ottana, con boe, merdùle e sa filonzana, e di Orotelli, con il thurpo. Il Carnevale si avvicina e i primi cittadini, anche nell’incontro “La maschera sarda, identità di un popolo”, organizzato nei giorni scorsi dal Comune del paese turritano e dall’associazione Il tempo della memoria, al nuovo museo della Tonnara, hanno fatto squadra compatta e sulla questione della valorizzazione delle maschere tipiche dei loro paesi si sono mostrati in piena sintonia.

Maschere sarde intreccio di tempo e culture

Luciano Barone, sindaco di Mamoiada, ha detto che è facile “identificarsi con le nostre maschere, osservandole si nota un intreccio di tempo e di culture”, mentre il primo cittadino di Ottana, Franco Saba, ha aggiunto che “stiamo affrontando un percorso condiviso che porta alla tutela delle tradizioni. Vogliamo, inoltre, portare il pubblico a interessarsi delle nostre specificità”. “Ci stanno incoraggiando a proseguire su questa strada – ha chiuso Giovannino Marteddu di Orotelli – e a impegnarci a fondo nel cercare con cura tutte gli elementi e i particolari che richiede un riconoscimento come quello dell’Unesco”. Al convegno, moderato dalla consigliera comunale con delega alla Cultura Francesca Demontis, ha partecipato anche Mario Paffi, coordinatore del Museo delle maschere mediterranee di Mamoiada che ha illustrato la rete museale creata nel paese barbaricino, la quale nel 2016 ha registrato circa 20 mila visitatori.

Sette nuove statue nel presepe a grandezza naturale

A Stintino sono state anche esposte sette sculture che rappresentano le maschere dei tre paesi e che, da quest’anno, faranno parte integrante del presepe a grandezza naturale che da nove anni viene realizzato nel periodo dell’Avvento. Le statue di Francesco Cadeddu, il mamuthone, di Pietro Loi, l’issohadore, di Pietro Costa, il boe, di Giuseppe Corongiu, il merdùle, di Tonino Loi, sa filonzana, e quelle di Lello e Amedeo Porru, il thurpo singolo e i thurpos al giogo, sono state posizionate proprio nella prima parte del presepe allestito lungo tutto il porto Minori. Sono loro a dare il benvenuto al visitatore che, nel percorso per raggiungere la capanna della Natività, prosegue lungo il pontile dove sono state sistemate le oltre cento statue a grandezza naturale. Il presepe è visitabile tutti i giorni, da via Lepanto al lungomare Colombo. Per agevolare le visite, l'amministrazione comunale ha previsto la possibilità di parcheggio nella piazza dei 45.

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