Logo

Migranti: scontro tra Digos e Usb Sardegna

Usb manifestazioneIl sindacato parla di "grave intimidazione" per la convocazione in questura di due suoi dirigenti dopo il corteo del 14.

Durissimo scontro, a Cagliari, tra l'Usb (Unione sindacale di base), la Digos e i media locali. L'organizzazione sindacale parla di "grave intimidazione" a proposito dell'episodio di due suoi dirigenti che sarebbero stati "prelevati" dalla loro sede per un interrogatorio in questura, dopo aver partecipato alla protesta dei migranti esplosa venerdì scorso nel centro città, che ha creato grossi disagi alla popolazione. La manifestazione era stata organizzata da un "comitato locale" che, dice Usb, ha poi "pensato bene di dissociarsi prontamente dal prosieguo della protesta che è durata alcune ore, con un blocco stradale nella centralissima Via Roma, nella parte che confluisce in Largo Carlo Felice".

A finire nel mirino sono stati quindi i sindacalisti, che alle 16.30 del 14 sono stati convocati "immediatamente in questura" ai sensi dell'art.650 del codice penale (Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a duecentosei euro) per essere sentiti da un dirigente della Digos. In questura poi, in un clima  che il comunicato sindacale racconta come "ora paternalistico, ora intimidatorio e pesante, ci è stato contestato di muoverci e lavorare nell'ombra, visto che 'eravamo gli unici ad essere presenti sul luogo della protesta' (cosa peraltro non vera visto che in Piazza erano presenti altre persone che dimostravano la loro solidarietà ai migranti)".

Gli esponenti di USB dicono di aver spiegato "che i migranti sono adulti e senzienti, che sono responsabili delle loro azioni, che la nostra presenza è stata estemporanea, di legittima curiosità di una sigla sindacale che si occupa di diritti, nonché dettata da una istintiva solidarietà verso persone che versano in stato di bisogno. Abbiamo evidenziato che siamo presenti nelle lotte dei migranti africani, ma non abbiamo possibilità di interagire con questo gruppo di migranti, sia per motivi linguistici (non parlano italiano, e non parlano inglese), sia per motivi etnici e di nazionalità diverse (è facile parlare di Africa, e mettere tutti nello stesso calderone, ma poi parlano lingue diverse, e spesso tra migranti di paesi diversi vi è diffidenza)". Il comunicato aggiunge poi che i rappresentanti "sono stati 'rilasciati' e sono potuti tornare cittadini forse solo per il momento 'liberi', visto il clima di caccia alle streghe presente in città, visto che, la contestazione che ci è stata fatta in questura, di mestare nell'ombra, è stata ripresa dall'Unione Sarda". Il quotidiano viene accusato infatti di aver ripreso "di fatto una supposta velina della questura, scrivendo, in vari passaggi 'ottenuto lo Status di rifugiati, si sono convinti (o qualcuno li ha convinti) di avere diritto a casa e soldi', oppure ancora 'e chissà che la "guerra tra poveri" non sia il vero obiettivo di chi, nell'ombra, lavora per convincere questi disperati di diritti che non hanno'.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.