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Scuola e Covid: i comuni sardi propongono di usare quelle abbandonate

Un'anagrafe degli istituti non utilizzati è stato avviato dall'Anci dell'isola: potrebbero servire per avere spazi più ampi in tempi di pandemia.

"Anci Sardegna sta organizzando l'Anagrafe sarda delle scuole abbandonate: nei paesi e negli ambiti rurali. Vediamo cosa ne esce fuori nelle prossime settimane". Lo annuncia il presidente Emiliano Deiana, dopo che il sindaco di Ardara, Francesco Dui, nei giorni scorsi ha proposto di mettere a disposizione classi svuotate dai tagli degli anni passati.

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Col coronavirus ancora in circolazione, evidenzia il presidente dell'Anci, "il pendolarismo cosi' come lo abbiamo conosciuto - studenti stipati dentro ai pullman di linea o negli scuolabus comunali - non potranno più vedersi nei prossimi mesi.  Cosi' come salteranno per aria le assurde proposte di 'convitti' dove ammassare studenti dei paesi".

"In tutti i paesi esistono grandi spazi - nelle scuole chiuse dai decenni, ormai, di razionalizzazioni - inutilizzati o sottoutilizzati", ricorda Deiana, spazi che potrebbero essere impiegati per riorganizzare la scuola ai tempi del Covid-19. "Si può pensare che nello stesso spazio possano coesistere - razionalmente organizzati - ragazzini delle scuole medie che non possono viaggiare e studenti universitari i cui genitori, colpiti dalla crisi, non possono più pagare l'affitto a Cagliari o a Sassari? Si può pensare una scuola che si organizza - penso alla scuola dell'infanzia e della primaria - in 'scuole nel bosco', con un contatto più diretto con la natura e l'ambiente naturale: con numeri ridotti e con una didattica non solo ancorata al 'programma ministeriale'? Siamo sicuri che far viaggiare i bambini e i ragazzi costi meno che organizzare un modello didattico davvero nuovo?

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