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Il villaggio che ricostruisce la vita in Sardegna nel Medioevo

Si chiama Geridu e si trova vicino a Sorso, è stato riportato alle luce con dieci campagne di scavo e ora si sa come si viveva lì intorno al 1350.

Nel 1350 oltre 1.500 persone vivevano vicino a Sorso, una grande comunità rurale che abitava il villaggio medievale di Geridu. Dieci campagne di scavo nell'arco di 25 anni hanno consentito al dipartimento di Storia dell'università di Sassari di ricostruire la vita in quel periodo in Sardegna e hanno riservato sorprese. "Nei primi anni del Trecento, in pieno Medioevo, gli abitanti di Geridu vivevano non in povere case coperte con rami e paglia, ma in abitazioni coperte con tegole e costruite con solidi muri di pietra, cementati con fango e rivestiti con intonaco argilloso", spiega Marco Milanese, docente ordinario di Archeologia all'Università sassarese, responsabile degli scavi dal 1995 e direttore del Museo Biddas, a Sorso, dedicato ai villaggi abbandonati della Sardegna e allestito nel palazzo Baronale.

Ora l'amministrazione comunale di Sorso - come annunciato dall'assessora alla Cultura, Marcella Spanu, lavora all'avvio di una nuova compagna di scavi e alla riapertura del museo, il primo in Italia dedicato allo spopolamento e all'abbandono dei centri abitati. Nel 2013 il 'Biddas' aveva ricevuto dalla Società degli archeologi medievisti italiani (Sami) un premio, istituito quell'anno, intitolato alla memoria del professor Riccardo Francovich (1946-2007): un riconoscimento assegnato al museo o parco archeologico italiano in grado di rappresentare la migliore sintesi "fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti".     

"La qualità delle abitazioni del villaggio rurale non era molto diversa da quella delle comuni case della città di Sassari", aggiunge Milanese, che nei giorni scorsi ha tenuto una lezione nel sito medievale con gli studenti di Metodologia della Ricerca archeologica dell'ateneo. "Anche le suppellettili presenti nelle case dei pastori e degli agricoltori di Geridu non differivano particolarmente, per qualità, da quelle presenti in città; vasellame prodotto a Pisa, a Savona, nella penisola iberica ma anche nell'Italia meridionale.

Gli abitanti del villaggio usavano largamente la moneta nella vita quotidiana, monete nociate in zone molto lontane dalla Sardegna, a riprova di un'economia e di una società tutt'altro che chiusa in se stessa. Un'immagine davvero nuova e sorprendente delle campagne medievali sarde, molto più vivaci e aperte di quello che si immaginava". Per anni Geridu - ricorda il Comune di Sorso - è stata anche un'aula didattica a cielo aperto, dove si sono formati numerosi archeologi, oggi impegnati in altre regioni italiane, anche come funzionari di Soprintendenza, direttori di musei, professori e ricercatori universitari. Per riavviare gli scavi Comune e Università proporranno un progetto alla Soprintendenza per un'adesione e per ottenere le autorizzazioni.

Foto | Sorso Turismo

 

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