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Kyenge contro quattro mori: web furioso ma è una bufala

Kyenge bufalaUna falsa notizia pubblicata da un blog satirico viene presa per vera da migliaia di utenti in gran parte sardi.

Il Ministro dell'integrazione Cécile Kyenge si scaglia contro la bandiera sarda dei Quattro mori? La notizia gira sul web in modo virale, con oltre 18mila mi piace su Facebook, nella maggior parte dei casi provenienti da utenti dell’isola, infuriati per il presunto attacco al simbolo della loro terra. Peccato si tratti di una bufala mal scritta, pubblicata dal blog “Falce e Martello”, sito internet satirico che dietro l’immagine “comunista” sembra nascondere un cuore che batte con forza a destra. Il sito che pubblica la notizia sul Ministro non è certo il primo a pubblicare notizie false, anzi il web ultimamente è tutto un proliferare di pagine di questo tipo, da quelle ormai celebri come “Lercio” a quelle straniere, che hanno tratto in inganno anche testate storiche come Unione Sarda o Ansa.

Certo, per un lettore distratto è facile prendere per vere bufale evidenti, ma sarebbe sufficiente leggere il post per comprendere l’intento dei buontemponi del blog di fare da un lato ironie sul politicamente corretto, definito peraltro con un refuso “political correct” dall’autore, che si fa chiamare Pepito Sbezzeguti, e dall’altro di malignare sul Ministro, spesso nel centro del mirino dei tanti razzisti nostrani per il colore della sua pelle, essendo il primo ministro nero della storia d’Italia. Dai leghisti che manifestano contro di lei in giù è tutto un coro di esponenti politici che pur definendosi “assolutamente non razzisti” di fatto la attaccano senza altre ragioni apparenti diverse dal colore della pelle, appunto.

In questo caso, l’articolo di “Falce e Martello” è anche piuttosto sgrammaticato e contiene frasi come :”tale bandiera (quella sarda, Ndr) non ha motivo di esistere sia per motivi storici che per questioni di political correct”, oppure “sara’ mia priorita’ riuscire ad avere quanto prima un incontro col Presidente dell’assemblea regionale per portare le dovute correzioni a questo disonore nazionale, in caso contrario mi vedro’ costretta anche a ricorrere all’Europa se è il caso”.
Non dissimili gli altri articoli del blog, che hanno titoli come “Verità storica: Mussolini era gay”, oppure “Pisapia ripristina la legalità: vietate le castagne nel centro di Milano”.
Insomma, l’ennesima bufala via internet presa per vera da molte migliaia di persone, a dimostrazione del fatto che anche il web, esattamente come gli altri mass media, è uno strumento che presenta molti rischi, dove l’attendibilità delle fonti e la consapevolezza di ciò che si usa sono fondamentali.

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