INtervista a Alessio Niccolai, Fronte Indipendentista Unidu

1) Cosa ritiene di poter fare in consiglio regionale di diverso da quanto fatto finora?

Ascoltare i problemi reali delle persone, senza mettere mano a schemi imposti dal colonialismo. Aiutare queste persone a risolvere le problematiche con loro riavviando alcuni dei settori che negli ultimi anni sono stati trascurati o quasi annullati a favore di importazioni da altri paesi. Parlo soprattutto del settore animale e di quello agricolo.

 

Non possiamo continuare ad importare più dell80 % del fabbisogno alimentare dall’estero, dobbiamo praticare la politica del Km 0 e della filiera corta, produrre e consumare i prodotti locali e prevedere seri controlli ai porti per le merci in arrivo.

2) Emergenza lavoro: un solo provvedimento che la regione può fare in tempi brevi.

Tagli agli emolumenti dei consiglieri, eliminazione degli enti inutili , tagli alle spese inutili. Reinvestimento del denaro derivante da tali tagli in parte in reali politiche atte allo sviluppo dell'occupazione giovanile, e in parte per quella fascia di lavoratori che hanno superato i quarant'anni, licenziati, che non trovano sbocchi nel panorama lavorativo.

3) Autonomia, sovranismo o indipendenza? E perché?

Indipendenza senza ombra di dubbio.

Il perché è molto semplice, è l’unica forma che darebbe voce decisionale ai sardi per i sardi. Sia l’autonomia, che ha fallito miseramente negli ultimi 50 anni, sia il sovranismo sarebbero comunque sottoposte a decisioni prese dal colonialismo.

4) Qual è la novità di queste elezioni? Perché un sardo deluso dovrebbe tornare alle urne?

La novità siamo noi del Fronte Indipendentista Unidu, l’unica realtà indipendentista presente a queste elezioni. L’unica vera novità, un movimento che viene dal basso , democratico, dove ognuno di noi collabora alla costruzione delle politiche necessarie all’uscita da questa crisi. I sardi devono tornare a votare, ma devono farlo credendo in un progetto dove ognuno sia parte integrante, dove ognuno abbia la facoltà ed il dovere di dire la sua.