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Ambiente: 4 domande ai candidati governatore

Siti inquinati SardegnaI quesiti del Gruppo d'intervento giuridico ai candidati alla presidenza della regione sui temi ambientali sardi.

L’ambiente entra di prepotenza nella campagna elettorale per la prossime elezioni regionali sarde del 16 febbraio, con una lettera “aperta” che gli ecologisti del “Gruppo d’intervento giuridico”, hanno inviato ai sette candidati al ruolo di governatore che si contenderanno lo scranno più importante della Sardegna tra meno di un mese. Finora, ha risposto solo il candidato Pier Franco Devias del Fronte Indipendentista Unidu. Nella lettera degli ambientalisti, recapitata anche a Ugo Cappellacci, Francesco Pigliaru, Michela Murgia, Mauro Pili, Gigi Sanna e Michelangelo Serra, candidato del Movimento “Onestà e Progresso”, si pongono ai candidati quattro quesiti di tipo ambientale: il primo riguarda il “diffuso rischio idrogeologico” sul territorio dell’isola, ricordando l’alluvione che a novembre ha colpito in “Gallura, nel Nuorese, nel Campidano, con nuovi lutti e danni materiali”.

Si aggiunge poi che le reti idriche isolane attualmente “perdono circa l’85% dell’acqua trasportata”, e si chiede un “vero e proprio new deal nel campo del risanamento idrogeologico e della distribuzione idrica, con il sostegno dei fondi comunitari 2014-2020, così anche da fornire occasioni di lavoro per imprese, professionalità, maestranze di ogni livello”.
Si chiede poi la posizione dei papabili governatori sul piano paesaggistico regionale (P.P.R.), considerato una “delle migliori realizzazioni scientifico-amministrative nel campo della tutela del territorio a livello nazionale”, che consente “la salvaguardia delle parti più pregiate della Sardegna”. Se ne condanna quindi lo “stravolgimento recentemente attuato”, che insieme alle disposizioni del “piano casa”, costituiscono un pericolo per la tutela ambientale e si chiede quali iniziative i candidati intendano attuare in proposito.

Il terzo e quarto quesito riguardano rispettivamente il Piano energetico regionale, la cui assenza avrebbe prodotto “un vero far west” in Sardegna, tra centrali eoliche, solari, termodinamiche, a biomassa, che rischia di portare alla “compromissione di vaste aree interne di elevato pregio ambientale e paesaggistico” e si chiede cosa intendano fare i candidati, e infine si parla del “retaggio delle attività minerarie e industriali” che ha lasciato in Sardegna “la maggiore estensione nazionale di siti contaminati”, dal Sulcis a Sarroch fino a Porto Torres, e anche su questo si chiede una completa bonifica ambientale e di “affrontare l’evidente emergenza sanitaria”.

 

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