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Molentargius terra dei fuochi? l'inquinamento è nei limiti

Concluso il monitoraggio è il suolo del Parco ad essere più inquinato. E se i risultati non sono allarmanti resta però irrisolto il problema dei fuochi.

A settembre il sindaco aveva fatto chiudere due scuole. Un'aria irrespirabile anche per Stefano Delunas che aveva parlato degli odori “altamente sgradevoli e soffocanti” già denunciati in quei giorni da numerosi cittadini e provenienti dall'area del Parco di Molentargius. Nuvole di fumo nero e acre che si alzavano da terra nel bel mezzo di una zona umida d’importanza internazionale e a protezione speciale, uno dei siti naturalistici più importanti d’Europa.

Molentargius è stato trattato spesso come una discarica abusiva, anche di rifiuti tossici. Lo raccontano spesso le persone del posto, una “terra dei fuochi” poco conosciuta rispetto a quelle più note che hanno occupato prime pagine di giornale e approfondimenti televisivi. E sotto terra la discarica c'è e periodicamente s'accende e fuma, come si vede nel video sotto, del documentarista Davide Mocci. Ma nell'aria e nel suolo questi inquinanti non superano i limiti di legge. Lo ha comunicato il Municipio di Quartu in relazione agli esiti dei rilevamenti delle nove stazioni dell'Arpas regionale e i quindici campioni prelevati. Un monitoraggio completato il 15 novembre scorso che ha fornito dati su aria e suolo.

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Nell'aria diossine e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) sono nei limiti di legge, ma i parametri di polveri sottili (Pm10) e benzene, sopra la media all'inizio della campagna, si sono stabilizzati successivamente. Nessuna criticità è emersa per gli altri inquinanti. Riguardo il suolo, invece, i 15 campioni effettuati sia sullo strato superficiale che un metro sotto terra, hanno evidenziato una generale contaminazione della parte superficiale del sito mentre in profondità non sono stati trovati metalli pesanti ma solo il superamento degli idrocarburi. Oltre ad un riscontro di selenio, vanadio e idrocarburi a lunga catena, ci sono anche metalli pesanti dovuti anche a sedimenti del rio Is Cungiaus, quali piombo, antimonio, rame, zinco, arsenico e argento. I risultati sembrano voler rassicurare ma “rimane comunque irrisolta la questione della ciclicità degli incendi” – ha commentato il sindaco Delunas – “con il propagarsi di ben cinque roghi, sulla cui dolosità si rimane in attesa di ulteriori sviluppi”.  

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