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L’ambiente in Sardegna e i disastri veri o immaginari

Si parla molto di inquinamento da rifiuti per un trattamento autorizzato di fanghi ma intanto un mercantile si arena a Sant’Antioco col rischio di un gravissimo sversamento di gasolio.

La tutela dell’ambiente è un aspetto fondamentale della politiche della Sardegna, terra a forte vocazione turistica e dalle grandi bellezze paesaggistiche, ma al tempo stesso tra le più inquinate. In questi giorni pre festivi social, media e politici locali sono scatenati sulla vicenda di un impianto che a Magomadas ricicla fanghi provenienti dal Sud Italia, in particolare dalla Puglia, che per quanto discutibile sembra avere autorizzazioni e controlli perfettamente in regola, ma non sembra esserci altrettanta attenzione sul rischio di un vero disastro ambientale nel Sulcis, dopo che un mercantile si è arenato sugli scogli nei dintorni di Sant’Antioco, con rischio di un importante sversamento di gasolio in mare. Le operazioni di soccorso, portate avanti con un elicottero e due motovedette sono iniziate sabato e proseguite sino a domenica mattina quando sono stati tratti in salvo tutti componenti dell’equipaggio della Cdry Blue, ma anche a causa del vento, che in questi giorni nell’isola porta raffiche fino a 130 chilometri orari, non è stato fatto nulla per rimuovere o mettere in sicurezza la nave dal punto di vista ambientale.

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Preoccupato è il sindaco della cittadina sulcitana, Ignazio Locci, secondo cui «quanto è successo ci lascia davvero increduli e ci auguriamo che le condizioni meteo marine migliorino e vengano portate avanti le procedure per mettere in sicurezza la zona, dato che siamo in presenza di un colosso di 110 metri in balia delle onde». Per il primo cittadino c'è la necessità «di avviare al più presto la rimozione. Non vorremmo che l'imbarcazione si spezzasse, dato che le onde sono particolarmente forti e il vento raggiunge i 50 nodi». Non solo: «auspichiamo che sia fatta chiarezza al più presto su quanto accaduto. Inoltre ognuno deve fare la sua parte, anche perché già si progetta la prossima stagione turistica ed è necessario che si intervenga al più presto per salvaguardare una delle zone più belle dell'isola».

Al momento l'imbarcazione danneggiata «ha avuto piccoli sversamenti di gasolio, ma per fortuna il colpo sugli scogli sembra non avere intaccato i serbatoi che si trovano sul lato meno esposto. Pare che la chiazza oleosasia circoscritta attorno alla neve», lo dice sempre Locci, che è in contatto con tutti i sindaci dei Comuni che insistono sul Golfo di Palmas, preoccupati che la chiazza possa spostarsi verso le coste e le spiagge del sud ovest della Sardegna. Forse gli alfieri dell’indipendentismo e dell’orgoglio sardo ora si dovrebbero muovere verso le coste del Sulcis, dove davvero si può fare qualcosa di rapido e concreto per salvaguardare le nostre bellezze naturali.

 

 

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