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Nuovo allarme siccità: invasi sardi quasi vuoti

Nonostante l'inverno e le piogge, negli invasi dell'isola c'è sempre meno acqua e più aridità, con particolari criticità in quelli del Sulcis e a Posada.

La Sardegna è in crisi idrica. Lo dimostrano i dati degli ultimi monitoraggi effettuati sugli invasi dell’isola, che mostrano percentuali di volume d’acqua allarmanti rispetto ai dati che dovrebbero essere regolari in questa stagione.
Le zone più a rischio siccità sono quelle del Sulcis Iglesiente, che nel sistema dell’Alto Cixerri ha appena l’11% dell’acqua disponibile tra gli invasi di Punta Gennarta e Medau Zirimilis, e il Posada con appena il 5,3%  dell’invaso nella diga di Maccheronis.
Altre zone critiche sono quelle del Basso Sulcis, con il 21,7% del volume invasato, dell’Alto Taloro, poco sopra il22% e dell’Alto Coghinas con il 30% dell’acqua disponibile e il Sistema Nord Occidentale con il 38,45% dell’acqua invasata. Soffre anche il Tirso Fiumendosa che resta sotto il 50%.

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A fine novembre gli invasi sardi avevano solo il 43,6% dell’acqua e la situazione non sembra voler migliorare nonostante questo anticipo di inverno sia stato caratterizzato da piogge e nevicate. L’Autorità di Bacino della Regione fa sapere che il monitoraggio effettuato a fine novembre ha dato risultati preoccupanti: su 1.764,80 milioni di metri cubi autorizzati nel sistema delle dighe dell’isola, gli invasi registrano una portata d’acqua di apena 770,88 milioni di metri cubi, pari al 43,68% della risorsa idrica. E ad ottobre la situazione era ancora più esasperata; 44,6% pari a 788,21 mln di metri cubi di acqua.

FOTO| Gaspar Torriero via Flickr

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