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Crocifisso negli uffici pubblici: per il Tar sardo è legittimo

Fa discutere la sentenza del tribunale amministrativo, in relazione a un ricorso contro il comune di Mandas, che aveva deciso di imporre il simbolo religioso.

Ha vinto il crocifisso, almeno secondo il Tar Sardegna, che ha dato ragione al comune di Mandas, dopo che questo nel 2009 aveva deciso di imporre l’affissione del simbolo cristiano in tutti gli uffici pubblici. Il ricorso contro l’ente locale era stato presentato dall'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), che oggi definisce la decisione "brutta, decisamente una brutta sentenza", per bocca della sua responsabile iniziative legali, Adele Orioli.
L'ordinanza “incriminata” era stata emessa dall'amministrazione comunale di Mandas il 23 novembre 2009, e contro la decisione del tribunale l’Uaar afferma che valuterà un ulteriore ricorso.

"Il sindaco aveva già ritirato il provvedimento ma noi siamo voluti andare avanti per affermare un principio: quello della laicità delle istituzioni – prosegue Orioli - Il Tar ci ha dato torto appellandosi alla sentenza del 18 marzo 2011 della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo che però fa riferimento alle aule scolastiche e non agli uffici pubblici". "Non escludiamo - continua - di fare appello al Consiglio di Stato e, perché no, fino alla stessa Corte Edu a Strasburgo circa la fondatezza o meno dell'interpretazione estensiva attuata dal Tar". "La giustizia amministrativa già ci aveva abituato a definizioni singolari, per usare un gentile eufemismo, come quella del crocifisso simbolo di laicità", sottolinea la responsabile Uaar.

Foto | cianghetta su Flickr

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