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Spostare la statua di Carlo Felice? La petizione che fa discutere i sardi

Una petizione sul web chiede di rimuovere la statua dell'ex regnante da Piazza Yenne a Cagliari, sostituendola con personaggi più vicini ai sardi come Giovanni Maria Angioy.

Da qualche mese in Sardegna si discute della possibilità di rivedere il posizionamento della statua di Carlo Felice, che attualmente domina e ingombra la Piazza Yenne a Cagliari. Un gruppo di storici, intellettuali, professori universitari e semplici cittadini si sono organizzati e portano avanti, anche tramite Facebook, una interessante petizione. La petizione ha lo scopo di spostare la statua di Carlo Felice da piazza Yenne ad un museo dove si possa raccontare chiaramente chi era questo personaggio, spogliandolo finalmente di quell'aura tanto eroica che la statua emana. Il re è rappresentato infatti come un grande condottiero romano, con tanto di elmo e mantello mentre indica la direzione, la strada da seguire (non certamente la strada che porta il suo nome, la “Carlo Felice” che si trova esattamente dalla parte opposta). 

I sostenitori dell'iniziativa ritengono che un uomo come Carlo Felice (soprannominato Carlo Feroce dai suoi stessi sudditi piemontesi) che per tutta la sua esistenza sulla Terra sia da viceré che da re di Sardegna, ha disprezzato e vessato i sardi depredando l'Isola non meriti il posto d'onore che attualmente occupa, ovvero su un piedistallo al centro della capitale della Sardegna. Una richiesta se non altro ragionevole no? E invece molti sardi la ritengono un'assurdità, una cosa di poco conto, una perdita di tempo totale stare a pensare a queste sciocchezze. Spostare una statua? Ci sono tante altre cose importanti a cui pensare in Sardegna!

Esiste un gruppo su Facebook “Spostiamo la statua di Carlo Felice” molto attivo nel quale si discute, ovviamente, della petizione e delle possibilità di collocazione alternativa della statua ma anche di quale personaggio debba sostituire l'odiato re (Giovanni Maria Angioy è il candidato favorito); non solo, si discute in maniera costruttiva di Storia della Sardegna. Ogni giorno, grazie al contributo di storici come il professor Francesco Casula, il dibattito si arricchisce di nuovi elementi e spunti di riflessione. Si rileva un vivace interesse per gli argomenti trattati e la voglia, talvolta irruenta ma mai offensiva, di dire ognuno la propria opinione. Si sta pian piano creando consapevolezza, i sardi apprendono la loro Storia e riprendono in mano le redini del loro destino. La Storia della Sardegna che da sempre latita nelle istituzioni scolastiche forse ha una chance di diffusione attraverso i social network? Forse, se non altro se ne discute. Una petizione come questa fino a qualche anno fa non avrebbe avuto alcuna possibilità di successo, ma non perché i sardi di ieri fossero meno interessati, perché forse la petizione non avrebbe superato i confini di Cagliari. Con Facebook invece i promotori possono raggiungere tutti i sardi sensibili al problema della scarsa conoscenza della Storia e costruire una prima massa critica di persone fortemente motivate.

Il professor Francesco Casula qualche giorno fa si trovava a San Basilio, invitato dall'Associazione Maimori aps a presentare la sua opera “Letteratura e Civiltà della Sardegna”. Pur essendo San Basilio un piccolo centro, la popolazione ha risposto all'invito e ha partecipato alla presentazione arricchendo l'incontro di domande sulla nostra storia. Domande che hanno trovato dall'altra parte un interlocutore appassionato che non si è risparmiato riuscendo a soddisfare la curiosità di tutti. Durante il dibattito che ha seguito la presentazione il professore ha parlato anche della petizione on-line e lo ha fatto parlando in Sardo, come si può vedere nel video qui sotto. 

 

Foto via Flickr Cristiano Cani

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