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Banche: anche gli impiegati contro i banchieri

Sciopero bancariIn sciopero i bancari contro la disdetta del contratto nazionale dagli Istituti: manifestazione a Cagliari

La ribellione contro le banche, considerate tra i massimi responsabili della crisi degli ultimi anni, ha da oggi dei nuovi protagonisti: sono gli impiegati degli stessi istituti di credito, i bancari che si ribellano ai banchieri. Oggi hanno scioperato, tenendo chiuse moltissime filiali, contro la disdetta del contratto nazionale di lavoro da parte delle banche stesse e contro i tagli annunciati che potrebbero portare alla perdita del lavoro di una parte dei 309mila impiegati italiani del settore. L’astensione dal lavoro avrebbe raggiunto adesioni tra l'85% e il 90%, con oltre il 92% delle filiali chiuse, secondo i dati comunicati dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani).

Molte le manifestazioni nella varie città, tra cui Cagliari, dove un centinaio di bancari hanno manifestato davanti al THotel, dove si stava tenendo un convegno con i banchieri sul futuro dei giovani. "Prima di tutto vogliamo che sia chiara la differenza fra banchieri e bancari", ha detto Davide Grosso di Dircredito, specificando che "i banchieri hanno condotto le banche all'attuale stato di difficoltà", e che vanno sottolineati i meriti “di lavoratori e lavoratrici che hanno svolto quotidianamente il loro lavoro in una situazione di grande difficoltà e insopportabile pressione da parte delle aziende di appartenenza e che oggi rischiano anche di pagare per responsabilità non proprie". I manifestanti, che hanno incassato la solidarietà dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, sono poi riusciti a entrare nell'hotel, dove hanno fatto una sfilata silenziosa con bandiere e bimbi in braccio, per poi tornare a protestare all'esterno.

 "C'è in corso uno smantellamento dei diritti come è successo anni fa alla Fiat”, ha aggiunto Sandro Gallittu, segretario provinciale della Cgil bancari. "Ora si rischia di andare verso contratti di prossimità e individuali", teme il sindacalista, "che danneggeranno prima di tutto le zone più povere e disagiate, dunque la Sardegna sarà in prima fila. In tutto questo, gli utenti saranno penalizzati, come già sta accadendo, dalla perdita di qualità del servizio e dalla vittoria della logica delle grandi banche, sempre meno attente ai piccoli risparmiatori e sempre più attente invece a far credito agli amici degli amici".

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