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Paesaggio: in Sardegna rischio cemento elettorale

Paesaggio sardoIl Governatore Cappellacci annuncia il nuovo Piano Paeaggistico entro gennaio, polemici gli ambientalisti.

Annunciato con toni trionfalistici il nuovo Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, che dovrebbe cancellare (entro gennaio 2014) quello varato dalla Giunta Soru nella scorsa legislatura. A pochi mesi dalle elezioni, un’occasione di propaganda per il governatore Ugo Cappellacci e i suoi, che parlano di “impegno mantenuto”, ma anche una fonte di polemica con il Ministero della Cultura, le opposizioni e le associazioni ambientaliste, che in base alle indiscrezioni uscite finora si dicono già pronte alla battaglia se il Piano dovesse contenere aperture ai signori del cemento, in particolare sulle coste sarde.

In un articolo pubblicato sul sito della Regione, il governatore sottolinea che "la nostra isola non va difesa dal popolo che la abita, ma è il popolo che deve difenderla per consegnarla al futuro. Ora é il Piano della Sardegna, dei Sardi che si riappropriano di quell'ambiente che è la forma più pura della nostra identità". La revisione, dice Cappellacci, nasce “a differenza della versione originaria, da un percorso di ascolto e partecipazione dei territori e delle componenti sociali ed economiche, che ha richiesto tre anni, e da un lavoro di condivisione con il Ministero per i Beni Culturali. Le regole confuse e imprecise imposte negli anni passati, hanno intrappolato la libertà del nostro popolo e questo ha provocato enormi danni. Durante il riesame abbiamo accertato che c’erano migliaia di beni duplicati o non esistenti, altri non rintracciabili per i quali il Piano esigeva comunque e paradossalmente l’autorizzazione paesaggistica”. Peccato che la direzione regionale sarda del Mibac parli di "iniziativa unilaterale assunta dalla Regione Sardegna", smentendo quindi la presunta “condivisione” del nuovo Piano con le autorità nazionali e il ministero.

Tra i più polemici col “nuovo” Piano ci sono gli ambientalisti del “Gruppo d’intervento giuridico”, che criticano anche la definizione di piano paesaggistico dei sardi, come se dovesse “stabilire tipologie architettoniche degli occhiali degli abitanti del Campidano o le volumetrie massime ammissibili delle giacche dei galluresi”, Ma siamo in campagna elettorale – aggiungono – “e (quasi) tutto è permesso”. A non piacere, tra le altre cose, l’ipotizzato “inserimento automatico delle disposizioni del c.d. piano per l’edilizia (legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) e della legge per il golf (legge regionale n. 19/2011), ambedue sotto giudizio da parte della Corte costituzionale, o le operazioni comunali di disarticolazione dei demani civici in corso in questi mesi, anch’esse riferentesi al contenuto della pianificazione paesaggistica e a giudizio davanti alla Corte costituzionale”.

Gli ambientalisti ricordano poi che “la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine penale sulle modalità scelte dalla Giunta Cappellacci per la predisposizione delle modifiche al piano paesaggistico regionale (P.P.R.)” e questo sarebbe un ulteriore indizio “dell’opacità di indirizzi e obiettivi nel campo odierno della pianificazione paesaggistica sarda e della gestione delle coste”. A dire la sua, anche il padre del Piano attualmente in vigore, l’ex governatore Renato Soru, che non si dice preoccupato visto che si tratta “di un atto elettorale e non di un atto di programmazione” che “non produce effetti se non viene approvato dal governo". L’atto sarebbe stato predisposto infatti “fuori dalla copianificazione con il Mibac” ed è visto da Soru come “l'ennesima sparata dopo la zona franca integrale e la flotta sarda. Dopo cinque anni l'ossessione per il Ppr è ancora lì, ma anche il Piano”.

 

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