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Ambiente urbano: città sarde più sostenibili

Parco MolentargiusPer Ispra migliorano gli indicatori ambientali a Cagliari e Sassari ma resta molto da fare per aumentare la qualità.

Le città sarde diventano ogni anno un po' più sostenibili dal punto di vista ambientale, ma resta ancora molto da fare, anche per motivi strutturali ed ereditati storicamente. A dirlo è il Rapporto sull'ambiente nelle aree urbane dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), presentato oggi a Roma, in cui vengono esaminati i parametri ambientali di 60 città capoluogo di provincia, tra cui le nostre Cagliari e Sassari. La prima spicca soprattutto per la presenza di verde urbano e aree protette sul suo territorio, mentre la città del Nord Sardegna ha abbassato di molto le emissioni di inquinanti in atmosfera, che qualche anno fa erano arrivate a livelli davvero allarmanti. Cagliari è al terzo posto assoluto per quanto riguarda le aree protette presenti sul suo territorio, che arrivano a coprirne il 51,1%, preceduta solo da Messina e Venezia: il dato è spiegabile con la presenza del Parco Naturale Regionale del Molentargius e da siti Natura 2000 (come il SIC Stagno di Cagliari, Salina di Macchiareddu, Laguna di Santa Gilla).

In molte delle città censite (42 su 60), la superficie di verde pubblico sul totale del territorio comunale è ancora scarsa, con valori inferiori o uguali al 5%. Il capoluogo sardo fa però parte delle otto migliori, in cui si supera il 10% che sono, in ordine decrescente: Trento (32,2%), Monza (25,4%), Torino (16,5%), Como (15,8%), Potenza (14,0%), Pescara (13,4%), Milano (12,2%) e Cagliari (10,1%). Percentuale molto bassa invece a Sassari, che si ferma allo 0.8%:  fanno peggio solo Taranto (0,1%), Foggia, Andria e Brindisi (0,3%), Barletta e Siracusa (0,4%), Pistoia (0,5%), Latina (0,6%), Arezzo e Messina (0,7%). La disponibilità di verde pubblico pro capite (m2/ab) è un indicatore importante della dotazione di spazi verdi fruibili dai cittadini: è naturale che a parità di quantità i Comuni meno popolosi tenderanno a presentare valori maggiori. In dettaglio, si va dagli 1,8 m2/ab a Taranto a un massimo di 431,4 m2/ab a Trento. Anche stavolta, Cagliari è tra le migliori otto, con una disponibilità media di 54,9 m2 di verde per abitante.

La Sardegna è una delle poche regioni autosufficienti dal punto di vista idrico (insieme a Valle d’Aosta, provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Sicilia): per quanto riguarda il consumo di acqua pro capite, è in costante calo a Cagliari, dove è sceso in 10 anni (2001-2011) da 71,4 metri cubi a 66,2, mentre nello stesso periodo a Sassari si è avuta una crescita da 46 a 52 metri cubi, anche se i suoi livelli di consumo rimangono in assoluto piuttosto bassi. Piuttosto bene anche sulle emissioni in atmosfera di sostanze pericolose:  nel 2012, ad esempio, solo a Sassari e Cagliari non sono stati registrati superamenti dei limiti massimi previsti dalla legge per quanto riguarda l'ozono (O3), che è un irritante delle mucose il quale una volta inalato penetra facilmente in profondità nell’apparato respiratorio dove ha effetti acuti e cronici. Dopo il PM10 è l’inquinante atmosferico che per tossicità e diffusione incide maggiormente sulla salute umana. Proprio passando al PM10, mix di particelle emesso dai tubi di scappamento delle auto, dai camini delle caldaie e caminetti per il riscaldamento domestico, oltre che dai camini delle industrie, a Cagliari si è passati da 399 tonnellate emesse all'anno nel 2000 alle 287 del 2010, mentre a Sassari si è avuto un vero crollo, da 723 a 281 tonnellate. Stesso discorso per l'NOx, l'Ossido di azoto, con Cagliari scesa in 10 anni da 2572 a 1803 tonnellate e Sassari passata da 6339 tonnellate a 3966.

A Cagliari la densità abitativa è in calo, con ben 20 città che gli stanno davanti: la percentuale di decremento è stata dell'8,75% in 10 anni: si è passati da 1.920 abitanti per chilometro quadrato a 1.763. Sassari invece si trova all'ultimo posto tra le 60, con la più bassa densità di popolazione in assoluto, che è rimasta pressoché invariata rispetto al 2001, passando da 221 a 226 abitanti per chilometro. In termini generali, Cagliari è passata dai 164.249 abitanti di dieci anni fa a 149.883, mentre Sassari è cresciuta di poco, da 120.729 a 123.782: passando al consumo di suolo, Cagliari vede il 27,7% della sua superficie costruito, mentre a Sassari è solo il 5,2%.
Nelle città sarde, come in tutte le altre, segnalata spesso negli ultimi anni la presenza di uccelli alloctoni come le varie specie di pappagalli, in particolare il Parrocchetto dal collare e il Parrocchetto monaco: a Cagliari, si sono avuti di recente 24 avvistamenti, mentre a Sassari ne é stato segnalato solo uno.
Un altro aspetto che può creare problematiche ambientali è quello della presenza sul territorio di miniere, in cui la provincia di Cagliari (ma viene considerata insieme con quella attuale di Carbonia-Iglesias e parte del Medio Campidano) risulta quella con la più alta concentrazione nel tempo di siti (soprattutto dismessi), mentre a livello comunale solo Sassari, tra le città considerate, ha una miniera attiva nel proprio territorio.

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