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Il Coronavirus in Sardegna tra rabbia, panico e bufale

Molti puntano il dito sugli oltre 13mila arrivati di recente dal Nord Italia, mentre si diffondono bufale e opinioni astruse di ogni genere, soprattutto tra gli utenti sardi dei social.

In Sardegna al momento il Coronavirus sembra - rispetto ad altre regioni - rallentare leggermente la sua crescita, con 42 positivi al tampone finora, ma le incognite sono tante, sia sui controlli effettuati - e quindi su quanti positivi possano esserci che non sono stati censiti - sia sulla migliaia di persone - sardi e non - che sono rientrati dal nord Italia negli ultimi 15 giorni, già oltre 13mila di loro si sono infatti autodenunciati sulla piattaforma attivata dalla regione e ora dovrebbero essere in quarantena, anche se da più parti si chiede di rimandarli nei luoghi di residenza come sta facendo, ad esempio, la Regione Toscana.

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Il panico da virus è comunque diffuso nell’isola come in tutti gli altri territori, e ne sono testimonianza soprattutto i social, in un momento in cui la maggior parte delle persone restano in casa per le disposizioni governative. Non mancano i “negazionisti”, da chi sostiene uno pseudo complotto non si capisce bene ordito da chi, chi sostiene che il virus “non attacca lo stato italiano” perché treni, aerei e tabacchi continuano ad essere in funzione, chi si lamenta delle possibili esercitazioni militari Nato sul territorio sardo e in generale italiano, chi se la prende con l’Europa, chi con i migranti perché continuano ad arrivare oppure perché se ne vanno, non notando la contraddizione, chi ancora nonostante la loro solidarietà e aiuto pensa che la diffusione del virus sia “colpa” dei cinesi e chi - purtroppo - anche in un momento così difficile inventa bufale per non si sa bene quale tentativo di visiblità. È il caso di quella smascherata dal portale specializzato Bufale.net, a proposito di un messaggio vocale divenuto “virale” su Whatsapp partendo dalla Sardegna, che insinua come “In TV non lo dicono, (ma) ci sono camion che trasportano i morti”. Messaggio, ovviamente, falso.

Foto | Christoph Scholz su Flickr

 

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