Logo

Coronavirus, esplode la psicosi in Sardegna, la Cgil attacca Solinas: “misure tardive”

Dopo gli arrivi in massa nelle ultime settimane di persone che hanno lasciato il Nord Italia e i 19 casi il sindacato critica le decisioni della regione.

Mentre esplode anche in Sardegna la psicosi Coronavirus, aiutata dai massicci arrivi denunciati da più parti - anche oggi - di centinaia o migliaia di persone dalle cosiddette “zone rosse” del Nord Italia, la Regione col presidente Cristian Solinas se la prende col governo, reo di non aver accettato una completa chiusura temporanea di porti e aeroporti sardi. Una posizione che non tiene conto degli arrivi già nelle ultime settimane di molte persone provenienti da quelle aree - come dimostrano i 19 contagi già accertati nell’isola - senza alcun controllo e senza che nemmeno l’ordinanza regionale decisa ieri ne tenga conto.

LEGGI ANCHE | Porti: controlli sul Coronavirus solo a Cagliari

Una situazione - quelle delle seconde case e abitazioni per affitti brevi piene in un periodo inconsueto e tutte o quasi con persone provenienti dalle zone “a rischio” - già segnalata nei giorni scorsi dai comuni sardi, col presidente dell’Anci Emiliano Deiana, e che porta anche la Cgil a criticare la giunta regionale. Il sindacato regionale chiede infatti “misure straordinarie, molto più consistenti di quelle messe in atto finora" e sottlinea l'atteggiamento "grave del presidente Solinas che non ha ancora convocato i  sindacati nonostante la richiesta di incontro urgente dei giorni scorsi”, richiamando la Regione a un ruolo di "maggiore coordinamento e vigilanza sull’attuazione effettiva delle misure già prese e di quelle che si deciderà, speriamo presto, di mettere in campo". Come, per esempio, l’estensione di "forme di sorveglianza sanitaria a quanti abbiano fatto ingresso in Sardegna dalle zone a rischio nelle ultime due settimane e non soltanto a partire da oggi, come recita l'ordinanza presidenziale di Solinas".

Il virus si sconfigge impedendone la diffusione, cioè con le misure di prevenzione del contagio, e perciò occorre limitare al massimo le occasioni di relazioni ravvicinate tra le persone, senza sottovalutare i rischi, dice la Cgil: "Servono più controlli nei luoghi di lavoro, ma anche in tutti i luoghi ad alta frequentazione, dalle passeggiate ai locali pubblici, perché è in gioco il diritto alla salute di tutti". La presa di posizione scaturisce “purtroppo da una serie di segnalazioni che arrivano anche dai posti di lavoro, pubblici e privati, dove non si stanno rispettando tutte le misure di prevenzione, con il serissimo rischio di una diffusione del virus in una regione che, purtroppo, non dispone di un sistema sanitario adeguato a reggerne l’urto”.

Foto | Bruno Cordioli su Flickr

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.