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La Sardegna è l’habitat ideale per la coltivazione della cannabis

Sull’isola abbondano le coltivazioni e le forze dell’ordine hanno sequestrato marijuana con elevati livelli di Thc

Intere piantagioni scoperte e sequestrate da Carabinieri e Polizia di Stato in Sardegna: l’isola è uno dei luoghi nel quale grazie alle condizioni ambientali la "cannabis indica" cresce rigogliosa. E anche la “cannabis sativa” ha trovato un habitat ideale tanto che esistono coltivazioni di grandi dimensioni. Il perché una pianta come la cannabis abbia trovato terreno fertile in Sardegna lo ha spiegato il professor Gianluigi Bacchetta, Ordinario del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e direttore dell’Orto Botanico, che ha sottolineato il fatto che alcune aree interne della Sardegna hanno condizioni ambientali molto simili a quelle naturali nelle quali la pianta cresce spontaneamente. Nel Nuorese, nell’Ogliastra e nel Sarrabus-Gerrei infatti il clima è simile al Medio Oriente e all’India ma anche ad altre zone dove la cannabis si coltiva con successo, come ad esempio il Nord del Marocco dove si trovano le più importanti coltivazioni del bacino del Mediterraneo. La pianta ha il suo habitat ideale ad un altitudine di 1000-2000 metri in quanto si sviluppa nel periodo estivo e fino a settembre e soffre molto l’aridità dell’estate, mentre nelle zone montane, in prossimità di ruscelli e corsi d’acqua, trova le condizioni di umidità ideali per la sua proliferazione.

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I sequestri delle forze dell’ordine hanno evidenziato anche un considerevole innalzamento dei valori di Thc della marijuana coltivata in Sardegna. Secondo Bacchetta questo fattore è determinato “dall'elaborazione di nuove varietà di cannabis e quindi l'immissione sul   mercato di semi che garantiscono dei livelli di Thc superiori a quelli di 20 anni fa". Una sorta di “accurata ingegneria genetica” che ha incrociato diversi tipi di cannabis selezionando gli esemplari femmina, che sono quelli che contengono più principio attivo. Il mercato olandese ha messo in circolazione semi di cannabis selezionati per cui, continua il biologo, “si è passati dalle piante di 20 anni fa, che producevano contenuti di Thc del 3-5%, a quelle attuali che arrivano a contenuti del 20-22 per cento. Questo processo di selezione ha portato degli aumenti mostruosi di contenuto di Thc''.

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Il mercato della droga cagliaritano sembra essere più orientato verso il consumo di hashish ma è evidente anche il consumo di una marijuana fatta in casa, in modo assolutamente identico a quello delle grandi coltivazioni e con gli stessi risultati anche in termini di contenuto di Thc. Questa grande produzione è destinata probabilmente al mercato locale, dove la cannabis ha soppiantato altre droghe in quanto ha il prezzo migliore, “sballa” a sufficienza ed ha effetti collaterali meno dannosi rispetto alle altre droghe in pasticca.

Foto| Pixabay

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