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Leggende e superstizioni di Sardegna: una terra incantevole e incantata

La Sardegna è una delle isole italiane più visitate, famosa per le spiagge incontaminate e la natura selvaggia, ma non è solo una bellezza della natura.

La Sardegna è una delle isole italiane più visitate, famosa per le spiagge incontaminate e la natura selvaggia. Non è solo una bellezza della natura:le sue montagne e i suoi mari nascondono leggende e tradizioni che hanno origini antiche e che celano sempre un pizzico di verità, oltre che di magica suggestione. È facile sentirsi incuriositi durante la visita a uno dei tanti nuraghi o fra i vicoletti dei piccoli centri abitati, e basta aguzzare la vista per scorgere qualche janas nascondersi dietro ad un sasso!

Sardegna: una terra magica

La Sardegna è un’isola fantastica, dalle origini antiche e misteriose, in cui le tradizioni sono ancora molto forti. In molti casi, leggende e superstizioni sono ancora così vive e sentite tanto fortemente da oltrepassare il confine dell’irrazionalità e in alcuni casi trasformarsi in cultura. Quali sono le tradizioni più caratteristiche che contraddistinguono questa terra di mari incontaminati e montagne incredibili? Il mistero inizia da uno dei simboli più caratteristici dell’isola: i nuraghi. Si tratta di antichissime costruzioni in pietra, simili a tronchi di cono, assolutamente uniche nel loro genere e pertanto distintive dell’isola. Sono reperti della civiltà nuragica, costruiti nel II millennio a.C., e l’intera Sardegna ne è disseminata: secondo gli studiosi sono così diffusi da poterne trovare uno ogni tre km quadrati.

I nuraghi: origini e funzioni rimangono un mistero

Le origini dei nuraghi risalgono a tempi remoti, pertanto è stato possibile unicamente immaginare quale fosse la loro funzione. Da sempre sono oggetto di discussione da parte di scienziati e archeologi: si è avanzata l’ipotesi che possano essere tombe, osservatori astronomici, luoghi sacri, ma anche abitazioni o ovili, o addirittura un sistema di fortini. Derivando da una civiltà così antica, poche sono le tracce che possono spiegare la loro origine, anche se la loro presenza, così diffusa sul territorio, continua a far interrogare con interesse e curiosità studiosi ed esperti: alcuni vociferano che possano addirittura essere le rovine di Atlantide. Il mistero è ancora irrisolto, e forse anche per questo motivo il loro fascino è rimasto inalterato da secoli e secoli!

Un viaggio fra leggende e creature magiche

Tutta l’isola è ricca di tradizioni e leggende antichissime. Una di quelle più remote, probabilmente legata all’attività pastorizia, riguarda una presenza maligna, nota come "ammutadori", che coglierebbe i pastori nella fase di dormiveglia del sonno per strangolarli; ma niente paura, per scacciare l’ammutadori è necessario recitare una serie di formule magiche, i "brebus", che permetterebbero al pastore di salvarsi e tornare a dormire sogni tranquilli. Un personaggio tipico dell’immaginario sardo è la "bruscia", una figura femminile simile a quella di una strega, bella e affascinante, ma molto pericolosa. In questi casi, come in tanti altri, è impossibile stabilire cosa sia frutto di suggestione, magari dovuta ad apparizioni notturne poco chiare, e cosa siano i ragionamenti razionali: resta il fatto che, per chi ci crede, la Sardegna è popolata da creature magiche di ogni genere.

Numeri e superstizioni: non solo in Sardegna!

Le leggende legate ai numeri sono diffuse in tutto il mondo. In Sardegna una delle più note è quella della "cogha": è una creatura maligna che appare nelle camere dei neonati per fargli del male, e se scoperta vola via prendendo l’aspetto di un moscone. Come difendersi quindi? È sufficiente che le madri lascino vicino alla culla un pettine con molti denti: la cogha non è in grado di contare oltre il numero tre, perciò è costretta a ricominciare di continuo il conto finendo per lasciar perdere il bambino. Ci sono alcune cifre che ricorrono molto spesso in altre in leggende e superstizioni, come i tre cerchi concentrici dei sepolcri di Genna Accas, e il numero tre fa parte di una di esse: nel sondaggio realizzato da Betway nel Regno Unito è emerso che anche in Gran Bretagna il numero tre è uno dei più legati alla superstizione, sebbene in senso positivo, visto che l’80% delle 2.000 persone intervistate ha dichiarato di avere un numero fortunato, e che fra questi ci sia proprio il tre, oltre che al sette e al 13. In Italia la situazione non è molto differente: sono tantissimi gli aneddoti legati al 13 e al 17, come riportato dall’analisi di AGI.

Le janas: tra leggenda e fortuna

Una delle figure più note al popolo sardo è quella della "jana": una fata bellissima e dispettosa, di piccole dimensioni, vestita di rosso. La jana non esce mai di giorno, poiché essendo delicata si brucerebbe, e vive in piccole grotte chiamate "domus de janas", posizionate in varie zone della Sardegna e soprattutto nel Parco Nazionale dell’Asinara. Questa fatina passerebbe il tempo a filare il lino e a tessere stoffe preziose, ma non solo: una delle sue attività principali è decidere la fortuna dei neonati. Si narra infatti che di notte la jana esca di casa per visitare i neonati e scelga, secondo canoni ignoti, se il bambino sarà fortunato o sfortunato. Le persone fortunate vengono definite tutt’oggi "bene fadade", mentre quelle più sfortunate "mala fadade": anche in questo caso il confine fra realtà e suggestione si conferma molto labile.

Terre antiche portano con sé leggende e superstizioni: la Sardegna è una di queste e non manca di storie fantasiose che si mischiano facilmente alla realtà, anche per quanto riguarda quelle più moderne, rendendola ancora più affascinante e suggestiva!

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