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Docce in spiaggia contro l’erosione delle coste sarde

La proposta del sindacato dei balneari per salvare i meravigliosi arenili dell’isola dalla riduzione della sabbia, già messa a rischio dai tanti furti di turisti in cerca di souvenir.

Stop all'erosione delle coste sarde e all'arretramento delle spiagge. Una lotta che può cominciare anche da una doccia: granelli che si possono recuperare con l'installazione negli arenili di piccoli impianti per eliminare la sabbia dalla pelle senza usare shampoo e bagnoschiuma, ma soltanto acqua, per lasciare in riva al mare quei pochi grammi.

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Che, moltiplicati per le migliaia di bagnanti, rischiano di diventare tonnellate. È una delle proposte lanciate oggi dal presidente regionale uscente del Sindacato italiano balneari (Sib), Alberto Bertolotti, nel corso di un convegno promosso dallo stesso sindacato e dedicato proprio alla tutela del litorale.

Un tentativo di limitare i danni, vista anche la diffusione dei furti di sabbia sulle spiagge dell’isola,da dove spariscono bottiglie, sacchi e cartoni di sabbia “rubata”, magari per usarla nel proprio giardino, da spiagge come quelle di Is Arutas, Chia, Villasimius, Pula, Santa Margherita, ma anche Alghero, Olbia, Cala Gonone. Un maltolto sul quale per fortuna sono sempre più restrittivi i controlli negli aeroporti con numerosi sequestri, specie durante la stagione estiva quando le coste dell’isola sono invase da migliaia di persone in cerca di sole e refrigerio.

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