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Elezioni, ora è caos nella sinistra sarda

Possibile e il deputato uscente Piras si sfilano dall'alleanza Liberi E Uguali guidata da Grasso, a causa delle candidature “paracadutate” da Roma.

Doveva essere il tentativo di ricostruire una casa comune di tutta la sinistra spezzettata che si trova oggi fuori dal Partito democratico, ma a poco più di un mese dalle elezioni politiche del 4 marzo si sta trasformando in un incubo e i segni di una grave spaccatura sono evidenti, specialmente in Sardegna (e alcune altre regioni come Puglia e Abruzzo). A scatenare le divisioni sono stati i nomi decisi per le candidature, come quasi sempre accade in politica, visto che ad onor del vero in Sardegna (e fuori) ci sono problemi simili anche nello stesso Pd e nel Movimento 5 stelle, ad esempio: in particolare, nella neonata alleanza guidata dal presidente del Senato Piero Grasso, ad accendere le polveri è stata la decisione di piazzare come capolista nel proporzionale nella circoscrizione Sud Sardegna un candidato venuto dal continente, il dirigente di Sinistra italiana Claudio Grassi (di Reggio Emilia), escludendo uscenti graditi a buona parte della base sarda, come il deputato Michele Piras o l’assessore allo sport del Comune di Cagliari, Yuri Marcialis.

L’operazione non è piaciuta per niente a uno dei tre movimenti che compongono l’alleanza, vale a dire Possibile di Pippo Civati, che per voce del suo segretario regionale, Thomas Castangia, ha deciso di rinunciare alle sue candidature in Sardegna: Castangia ha preso atto “della candidatura di Claudio Grassi nella nostra Isola, come capolista nel collegio plurinominale Sardegna Sud, nonostante una proposta unitaria e condivisa da parte di tutti i dirigenti di Liberi e Uguali della Sardegna, che prevedeva solo candidati sardi”, ricordando di non aver chiesto “alcuna poltrona ma il semplice rispetto di un principio votato a Roma". Si tratta quindi di " valori non negoziabili: il rispetto della nostra autonomia politica e la necessità che a rappresentare la Sardegna siano parlamentari sardi”, e questo motivo Possibile ha deciso di ritirare la disponibilità alla candidatura.

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Esce da Liberi e Uguali anche il parlamentare uscente Michele Piras (eletto nel 2013 con Sel), che prendendo atto “dell'imposizione in Sardegna di una figura non condivisa ed estranea alla nostra isola. Come accade in troppi territori in tutto il Paese” ha annunciato la decisione “di ritirare ogni mia disponibilità alla candidatura. Ha prevalso una logica sbagliata e di chiusura". Secondo Piras, la nostra isola “con le sue enormi sofferenze sociali, non può essere umiliata fino al punto di elemosinare posti alle segreterie romane. I sardi hanno bisogno di altro: di lavoro, futuro, speranza. Perciò chiunque avesse avuto buon senso e rispetto avrebbe dovuto riconoscere la rappresentanza che spetta loro di diritto, non per gentile concessione di uno o tre Principi”.

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