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Airgun: per ora è salvo il Mar di Sardegna

  • Scritto da Effe_Pi

Il Ministero dell’ambiente nega l’autorizzazione alle ricerche di gas richiesta da una società norvegese, tra l’altro nei dintorni del santuario dei cetacei Pelagos.

Per il momento sembra scongiurata la possibilità di prospezioni alla ricerca di gas nel Mar di Sardegna, effettuate con la tecnica del cosiddetto airgun. Infatti, il Ministero dell’Ambiente ha appena negato l’autorizzazione a queste azioni alla società norvegese Tgs-Nopec, che l’aveva richiesta per una vastissima area del nostro mare, grande 20mila 922 chilometri quadrati, nei pressi tra l’altro del Santuario dei cetacei Pelagos. La procedura di Valutazione di impatto ambientale è stata quindi bocciata dal Ministero, e ora esultano gli ambientalisti sardi visto che Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico, si dichiara “fortemente soddisfatto”.

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Anzitutto ad essere positiva è proprio la difesa del Santuario Pelagos, zona di passaggio dei mammiferi marini, istituito come area marina protetta di interesse internazionale e area specialmente protetta di interesse mediterraneo, in base ad un accordo internazionale sottoscritto a Roma nel 1999. L'attività di prospezione a mare – spiega Deliperi - generalmente consiste in "spari" di aria compressa (airgun) per un tracciato complessivo di migliaia di chilometri, per un periodo di 10 settimane. Questi hanno peraltro una cadenza ravvicinata, vale a dire uno ogni 15 secondi al massimo, con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini. Gli effetti sarebbero stati devastanti per animali marini come delfini e balenottere, sia dal punto di vista uditivo che dell’orientamento.