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TURISMO: IN SARDEGNA UN CUPO 2013

SardegnaL'estate si avvicina e arriva il periodo in cui  l'economia sarda dovrebbe ricevere una boccata  d'ossigeno dall'arrivo dei turisti alla ricerca del  mare e delle bellezze dell'isola. Il condizionale è  però d'obbligo, visto che mai come  quest'anno i dubbi sul successo della  stagione estiva sono molto diffusi tra gli  addetti ai lavori. 

Si spera soprattutto nei last  minute e nelle prenotazioni online, visto che già  nel 2012 si è registrato un calo delle  presenze pari al 16% rispetto all'anno  precedente, con il 21,7% di italiani e il 7,2%  degli stranieri in meno e un calo complessivo  dagli 11,4 milioni del 2011 ai 9,6 milioni del 2012.

Anche gli arrivi nel 2012 sono calati del 14,5% rispetto all'anno prima, e anche qui le presenze italiane sono crollate del 19%, mandando in grande sofferenza le strutture ricettive sarde. I dati sono stati forniti nei giorni scorsi dalla regione, che si è lamentata in particolare del comportamento degli armatori, definito una sorta di "coltello nella schiena" per il territorio. Certo, i costi esorbitanti dei traghetti sono un aspetto del problema, visto che ad oggi una coppia con utilitaria che volesse venire nell'Isola nella prima metà di agosto spenderebbe una cifra attorno ai 700 euro solo per il viaggio (tratta Civitavecchia-Olbia con la Tirrenia), ma non è certo l'unico problema.

In Sardegna i prezzi in generale non sono concorrenziali, non solo se confrontati con realtà estere come Grecia o Croazia, ma perfino con quelle nazionali più ambite, dal Salento alla Calabria fino alla Sicilia. Inoltre, l'aumento dei costi degli aerei, che ha colpito anche i residenti (a causa delle tasse aeroportuali in continuo incremento) e l'assenza di un aeroporto, come poteva essere quello di Fenosu, in una posizione centrale, aggravano la situazione. Sempre che si voglia tralasciare il disastroso stato dei trasporti interni, in un territorio ad oggi impossibile da visitare se non si dispone di un'automobile.
Insomma, le accuse agli armatori vanno bene, ma forse la regione e tutte le istituzioni sarde dovrebbero fare un grosso esame di coscienza su tutti gli altri aspetti citati. Un esercizio in cui non sembrano molto dotati, e che comunque non salverebbe, ormai, la stagione turistica del 2013.

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