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Vita da spiaggia: Ciapa lì ciapa là, è arrivato Mustafà

Il racconto su uno dei protagonisti delle spiagge sarde (e non): il venditore senegalese Mustafà, che suscita molte riflessioni sul nostro atteggiamento e sulle notizie di cronaca spesso lontane dalla realtà vissuta.

Accendini di ogni forma, fasce elastiche per capelli e bandane colorate, occhiali tarocco di svariate marche e modelli, braccialetti porta fortuna, retini da pesca, custodie per smartphone e pistole ad acqua. In una grossa busta azzurra magliette, canotte e teli da mare che raramente ha occasione di mostrare e una sfilza di cappelli di paglia impilati dal più grande al più piccolo sulla sua testa. A tiro una grossa rete piena di racchettoni, palloni colorati o con le teste dei quattro mori. Ha tutto Mustafà. Ciapa lì ciapa là.

In spiaggia butta l'occhio sotto un ombrellone e si ferma, sorride. Preferisce famiglie con bambini. Si vede che ha esperienza. Ma oggi i “no, grazie” si susseguono. Qualcuno fa finta di non vederlo, nascosto dietro gli occhiali mentre lo guarda. Assomiglia a Bernie, il morto di “Weekend con il morto”, fortunata commedia fine anni Ottanta. Però Mustafà a gesti prova a capire. Ma il tipo resta immobile, sembra smettere di respirare.

Ciapa lì, ciapa là. Mustafà ne ha visti tanti e passa oltre. Adocchia una signora di ritorno dalla battigia. “Se fossi passato prima!” – lo liquida così, contrita e credibile come le attrici di quelle soap sudamericane che la Rai ti rifila di primo pomeriggio. In quel momento per me Mustafà è alla pari di un eroe dell'epica omerica.

Ha tutti gli dei avversi ma prosegue il suo cammino tra i nisba o i nix, quando pronunciati da tedeschi in vacanza. A occhio forse meno dei “continentali”, dal Lazio alla Lombardia, ma il campione è ristretto al vicinato d'ombrellone. Ecco, è comparsa anche una schiacciata coi pomodorini, la Toscana c'è. Più giù di Frosinone solo mister Coccobello. “Chissà quanti chilometri ha fatto Mustafà” – mi chiedo. Sono le 15.35, la mia testa è sotto un ombrellone mezzo arrugginito ma è all'ombra. Mentre quella di Mustafà ciondola da ore sotto il sole con sopra un numero indefinito di cappelli.

“Ciapa lì, ciapa laaa..!” – si sveglia anche Stefano. Gli racconto della spiaggia e lui mi dice che da immigrato a Londra ne ha viste parecchie sul posto di lavoro. Di persone in vena di lamentele e cattiverie, anche se in quel locale si mangia bene e il servizio è buono. Perché non è vero che il cliente ha sempre ragione, che si chiami Geri Halliwell (cantante, ex Spice Girl) o Antioga, David Cameron o Ziu Paddori.

“Ciapa lì, ciapa là...” – Mustafà si inginocchia nuovamente e si ferma – ”...dutto buono, pagare poco!” E a noi ci manca un pallone. “Fine giornata, faccio sconto. Costa dodici euro, dai undici”. Oramai per lui le spiagge sarde sono più familiari di quelle del suo paese. Vive sull'isola da oltre dieci anni, è musulmano e ha tre mogli, rimaste in Senegal, alle quali manda soldi. Una comunità quella senegalese numerosa in Sardegna. Un tempo democrazia modello per l'Africa, il Senegal è oggi attraversato a sud da una guerra civile fratricida. Nonostante crisi e misure anti-vùcumprà, “meglio l'Italia” – mi dice.

Da colpevoli della crisi del commercio e persino di quella globale, i vùcumprà sono oggi per qualcuno potenziali terroristi dell'Isis pronti a farsi esplodere in spiaggia. Il giornalismo fatto di bufale e paranoie tira il click-baiting nei social. Prendo alla larga la questione. Perché con i suoi affetti lontani lui dovrebbe immolarsi per un immaginario paradiso di vergini? “Me bastano mie mogli!” – dice sorridendo. Prendiamo il pallone e lo salutiamo. “Wa' alaykum salam”.

Mentre scrivo ho appena letto che appena due anni fa una blogger milanese, esperta di web e comunicazione, ha incontrato su una spiaggia di Villasimius un certo Mustafà. “Un genio” in grado di “creare una propensione all'acquisto” che “ha vinto (vendeva a tutti qualcosa) perché non è apparso artificioso o finto. Lui era realmente sereno e sorridente, non lo doveva fare apposta solo per vendere.”Taaac...piccole e medie imprese imparate! – scrive più o meno lei. Sarà lo stesso Mustafà? Non so, forse. Diciamo di si. Certamente è simpatico e non s'è fatto esplodere. A differenza del destro di Stefano che a pelo d'acqua mi è schizzato via sotto le braccia. Ciapa lì ciapa là, est arribadu Mustafà.

 

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