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INDUSTRIE A RISCHIO: IN SARDEGNA SONO 42

MacchiaredduSecondo un report dell'ISPRA sono il 4% di quelle presenti in Italia.

In Sardegna ci sono 42 stabilimenti a rischio di incidente rilevante, pari al 4% del totale italiano, che ammonta a ben 1142. Sono dati forniti oggi in un report sull’argomento dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che individua anche una separazione per provincie dei siti “soggetti al D.Lgs.238/05”: sono 13 in provincia di Cagliari, 7 in quella di Carbonia – Iglesias, due nel Medio Campidano, 4 a Nuoro, uno nella provincia dell’Ogliastra, due in quella della Gallura, tre ad Oristano e 10 in provincia di Sassari.

Cagliari, in particolare, è al 28esimo posto tra le provincie maggiormente interessate in Italia, in una poco invidiabile classifica guidata da Milano, mentre Sassari è al 43esimo posto: rispetto al 2010, in Sardegna si è avuto un aumento degli stabilimenti a rischio, passati da 38 a 42. I problemi maggiori, secondo quando racconta il report, sono per i comuni che vanno oltre la soglia di quattro siti sul proprio territorio: nell’isola si tratta di Assemini (che ne ha 5), Portoscuso che ne “subisce” 6, Sarroch sempre con 6 e Porto Torres che arriva a sette.

Degli stabilimenti pericolosi sardi, la maggior parte (14) sono depositi di gas liquefatti, otto sono stabilimenti chimici o petrolchimici, cinque sono produttori o depositi di esplosivi e quattro sono centrali termoelettriche. Tra le sostanze a rischio, nell’isola troviamo principalmente Gas liquefatti e naturali, Prodotti Petroliferi, Metanolo e Ossigeno. Tra gli stabilimenti ci sono quelli delle zone industriali di Macchiareddu, Portovesme e Sarroch, ma anche la Sardinia Gold Mining di Furtei, la Sarda Reti Costruzioni di Bolotana, l’Isgas di Prato Sardo e Fenosu, la Deton di Tempio, l’Ivi Petrolifera di Santa Giusta, la Fiamma 2000 di Serramanna e molti altri, con l’elenco integrale visibile a questo indirizzo web.

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