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Cos'è la Cucina? Nonne, contadini, pastori sardi lo spiegano a Don Pasta

Il popolare Dj - Gourmet sta girando la Sardegna per raccogliere le storie sulla tradizione culinaria delle nonne sarde e ne ha parlato in un incontro a Cagliari su cibo e memoria.

di Carla Scopa

Andrea Mi ha di recente presentato a Cagliari la rassegna "Fuori Format" di cui è uno dei direttori artistici, illustrando le nuove opportunità  che le piattaforme online offrono a tutti coloro che vogliano sperimentare nuovi contenuti audiovisivi come strisce, corti e cortissimi; creare dei prodotti virali o raccontare del rapporto tra video e memoria. In uno di questi incontri presso l'Hostel Marina, Daniele De Michele in arte #DonPasta  ha parlato proprio del rapporto tra cibo e memoria e del progetto che li sta portando in giro per l’Italia per raccontare la storia sociale e culturale del paese attraverso le ricette delle nonne.

Strisce, serie, corti e cortissimi sono dei fuori-formato che grazie agli spazi concessi dalle piattaforme online offrono in modo originale e a basso costo, l'opportunità di rivelare la realtà complessa che ci circonda, attraverso i video e l'evoluzione dei suoi linguaggi. La rete ha così permesso di abbattere i costi e liberare la creatività, proponendo costrutti narrativi audiovisivi della durata di 60 secondi e di formato più lungo, come Italy in a Day, che racconta 24 ore di vita in Italia attraverso i tanti contributi video impaginati da Gabriele Salvatores e distribuito su Youtube. L'intento della rassegna è stato quello di far conoscere i segreti, gli strumenti, gli approcci metodologici a questo tipo di lavoro.

Con Don Pasta (Daniele De Michele), il celeberrimo gourmet - deejay, personaggio curioso che ha avuto uno straordinario successo in rete, è stato possibile realizzare un altro contenuto multiplo. I suoi video ritraggono nonne italiane che raccontano quello che c'è dietro una ricetta, non la ricetta in sé, ma cibo indagato come progetto culturale,  qualcosa che ci può raccontare la storia sociale e politica delle persone, dei luoghi. In proposito, Don Pasta sta facendo il tour dell'Isola per intercettare delle nonne che abbiano delle storie interessanti da raccontare dietro il cibo, inteso come concentrato di memoria per osservare i mutamenti del mondo.  Il 5 marzo, sulla facciata dell'edificio prospiciente Hostel Marina, attraverso la tecnica del mapping, sono stati proiettati alcuni dei contenuti che De Michele e la sua troupe stanno girando in Sardegna.

Con l'importante collaborazione di Sardinia Film Commission, Antonello Carbone, Davide di Gandolfo e  Don Pasta hanno compiuto una sorta di grande tour di 72 ore per l'Isola intervistando nonne e contadini e in un collage mixato proiettato sulla facciata della Chiesa (San Sepolcro),  è stato mostrato una sorta di breviario di questo viaggio sul quale i tre autori stanno lavorando ad un film.  "La Sardegna è un luogo importante e cerchiamo di farne una rappresentazione radicale" ha affermato il Dj-gourmet. Quando scrisse Artusi Remix si chiese cosa fosse la cucina e tutto ciò che accade in quella contemporanea non lo rappresentava affatto; lui che  viene dal Salento che è un po' come la Sardegna, un luogo di pura autenticità. Ha cominciato a porsi tante domande alle quali non era in grado di rispondere da solo, e ha iniziato così a chiedere alla gente in giro per l'Italia, persone che attraverso Twitter e Facebook gli hanno spedito più di 500 ricette, come risposta ai suoi quesiti.

Don Pasta chiedeva loro come usare un certo tipo di ingrediente, ad esempio la farina di castagne o il cous-cous, finche non emerse in lui la necessità di andare ad incontrare questa gente; c'era la consapevolezza che dietro una persona che invia una ricetta ci fosse una storia che si riconduceva ad un luogo. Ciò che viene raccontato adesso, insomma, non è la vera, autentica cucina, ma si stratta di puro e semplice edonismo, atto tecnico mediatizzato, legato al solo godimento della pietanza. Il cibo invece è fatica, sforzo, resistenza, lotta contro determinate ingiustizie; cucinare diventa perciò un atto culturale, della società e, quindi, politico. Continua ancora Don Pasta nella sua coinvolgente spiegazione sul rapporto cucina-società: "Intervistavo cuochi, ma non mi trasmettevano niente; le nonne invece, anche quelle sarde, possiedono il groove: godono e soffrono allo stesso tempo". Il ritmo narrativo delle proiezioni alle quali abbiamo assistito è scandito da un canovaccio d'intervista, una trama con vari episodi cuciti insieme secondo dei temi. Il primo titolo si potrebbe chiamare "che mi cucini", il secondo "chi sei", gli altri tre sono legati al concetto di cucina come forma di autodeterminazione democratica. Essa diventa un atto politico e di vita, ovvero ti racconto me stesso cucinando o cucino perché ti rappresento me stesso. Emerge dagli intensi e per certi versi commoventi racconti di nonne e contadini il senso essenziale della cucina che noi abbiamo in Italia, ed è, come afferma ancora Don Pasta, che "nella peggiore delle sofferenze e delle ingiustizie devi ‘friggere e  soffriggere’ nel migliore dei modi, perché il cibo è sacrificio, sofferenza, attesa che passa attraverso la storia di una comunità che ti accoglie". Al termine della proiezione, i contadini intervistati ammettono che le severe  regole del mercato europeo hanno distrutto le tradizioni agricole, creando prodotti "in serie",  standardizzati e contribuito con la monocultura a depauperare le risorse offerte dalla terra, per la quale loro hanno sempre combattuto e continuano a farlo.

Foto: dalla pagina Facebook Fuori Format


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