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Malati psichiatrici picchiati tutti i giorni. I carabinieri: “Era un lager per quei trenta ospiti”

Sospese le licenze per la clinica di Decimomannu.

Da La Stampa

NICOLA PINNA

Scene tipiche di un lager. E invece le immagini registrate dai carabinieri arrivano da una struttura assistenziale per malati psichiatrici. Gli ospiti erano trenta, ma più che amorevoli cure, ogni giorno ricevevano botte e umiliazioni. I militari del Nas tenevano sotto osservazione ciò che accadeva nel centro da oltre un anno: nei corridoi e nelle camere della “clinica” c’erano numerose telecamere ma gli infermieri e gli assistenti non lo sapevano. Così è stato accertato che la prima segnalazione (fatta arrivare da un ex dipendente) era fondata. Le scene riprese lasciano sconcertati. Gli schiaffi sono continui, ma nelle stanze si vedono anche i malati buttati per terra e presi a calci. Qualcuno viene persino colpito in faccia con una scarpa. «Una situazione che purtroppo ricorda molto da vicino i campi di concentramento - commenta il tenente colonnello Ivan Giorno, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Cagliari - I maltrattamenti nei confronti dei pazienti non erano sporadici o casuali, ma sistematici e abituali. Per questo il Gip del Tribunale di Cagliari ha disposto la sospensione delle licenze».

I quattordici dipendenti della struttura Aias di Decimomannu, cittadina a pochi passi da Cagliari, sono ora accusati di maltrattamenti, percosse e lesioni personali, ma anche di omissione di referto e omissione di atti d’ufficio.

IN FILA NUDI NEL CORRIDOIO PER LA DOCCIA TUTTI INSIEME 

Il momento peggiore per i pazienti era quello della doccia mattutina. Così lo racconta il capitano Davide Colajanni, comandante del Nas di Cagliari: «Ogni giorno i ricoverati venivano messi in fila completamente nudi nel corridoio, uomini e donne senza distinzione sessuale, in attesa di essere lavati e frettolosamente asciugati, talvolta con uno stesso asciugamano.Venivano costantemente strattonati e sistematicamente vessati e insultati dagli operatori di turno, nella più assoluta carenza dei basilari servizi assistenziali e con profonda privazione della dignità».

Le immagini delle telecamere nascoste inchiodano gli assistenti sanitari, ma per verificare quello che accadeva nella casa di cura i carabinieri hanno organizzato anche un blitz a sorpresa qualche mese fa. Le scene che si sono trovati sotto gli occhi erano più o meno identiche a quelle viste nelle telecamere nascoste. «Il giorno del controllo abbiamo trovato una situazione del tutto simile a quella vista nelle immagini - racconta il comandante del Nas - I malati erano tutti nudi nel corridoio in attesa di entrare in bagno. Gli uomini erano costretti a stare in piedi o appoggiati al muro, pronti per la rasatura. Dopo la doccia molti uscivano dal bagno senza neppure un asciugamano per tornare in stanza. La situazione ci è sembrata davvero molto grave».

GLI INDAGATI 

Tra le 14 persone sotto accusa il direttore amministrativo Vittorio Randazzo, 46 anni, ex consigliere regionale dell’Udc, coinvolto nell’inchiesta sull’uso illecito dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Ora è accusato di omissione di atti d’ufficio e omissione di referto, insieme alla responsabile della struttura Sandra Murgia di 58 anni. Gli altri indagati sono gli operatori sanitari Pierluigi Mei, di 48 anni, Maurizio Girina, di 49, Luigi Lobina, di 52, Eugenio Ena, di 34, Tiziana Meloni, di 49, Sonia Piroi, di 37, Vanessa Zanda di 32, Carlo Pintus, di 52, Sandro Gambicchia, di 47, Sabrina Carta, di 48. Nell’elenco, infine l’educatrice Elsa Giorgio, di 64 anni, e l’infermiere professionale Roberto Cannavera, di 54.

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