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La guerra delle basi sarde tra cortei e referendum

  • Scritto da Effe_Pi

Esercitazioni militariPigliaru chiede la dismissione di Capo Frasca, i movimenti preparano la manifestazione del 13 e il Partito dei Sardi propone il referendum.

Chiudere il poligono di Capo Frasca e proporre un referendum sulle servitù, con cui i sardi possano decidere se mantenere o meno sul proprio territorio le basi militari. Non si placa, dopo l’incidente di alcuni giorni fa nella zona di Arbus, che ha visto la distruzione di circa 33 ettari di vegetazione a causa di un incendio, il dibattito nell’isola sulle esercitazioni di guerra. La regione prende ancora posizione contro il Minsitero della Difesa, chiedendo che paghi i danni per l’incendio del 4 settembre, e chiede intanto il blocco delle esercitazioni a Capo Frasca fino al 30 settembre con la prospettiva di dismettere 7mila ettari di area militare in questo sito.

La Difesa ha accettato lo stop solo fino al 15 settembre, e il Presidente della regione, Francesco Pigliaru, oggi proprio a Capo Frasca si è detto non soddisfatto, chiedendo che il governo paghi anzitutto 20mila euro quali costi dell'intervento della macchina regionale antincendio, con l'utilizzo degli elicotteri, per lo spegnimento dei due roghi, parlando poi di “conflitto istituzionale” con lo Stato, da portare avanti “se non si giunge a un accordo serio” e ha infine ricordato che  "La servitù militare di Santo Stefano nell'Arcipelago di La Maddalena è scaduta il 3 marzo scorso: quell'isola è formalmente nostra e il Corpo Forestale della Regione presidierà l'area attorno all'isola per prevenire il rischio di incendi". Pigliaru ha anche annunciato che convocherà al più presto la seconda conferenza regionale sulle servitù militari.

Intanto, il movimento contro le basi, che ormai coinvolge gran parte del mondo politico e ha il sostegno di media regionali come “L’Unione Sarda” (in passato molto più prudente sull’argomento), ha convocato per il 13 settembre, proprio a Capo Frasca, una manifestazione contro le servitù in Sardegna. Anche gli alleati di governo, da Sel al Partito dei Sardi (che propone un referendum sui poligoni) e Irs, invitano Pigliaru ad essere ancora più duro sull’argomento, mentre il mondo antagonista e indipendentista d’opposizione polemizza apertamente col governatore, con Progres che lo accusa di continuare a fare “il gioco dei vertici militari e dello stato italiano”. Per il movimento che ha candidato Michela Murgia alle ultime regionali parla il segretario nazionale Gianluca Collu, che sottolinea come Pigliaru si rimangi “le richieste fatte solo qualche mese fa alla conferenza sulle servitù militari a Roma in cui chiedeva la dismissione delle basi di Capo Frasca e Teulada accontentandosi di una “riduzione” degli ettari occupati dalle basi”.