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Obama a Roma: chiesta la grazia per i cubani

Obama RomaUn gruppo di senatori di sinistra italiani chiedono clemenza per tre cubani in prigione per spionaggio negli Usa da 15 anni.

La notizia del giorno è la presenza del presidente Statunitense, Barack Obama, a Roma, e una parte della sinistra italiana ne approfitta per chiedere la grazia per tre cubani condannati per spionaggio nel suo paese e in galera da 15 anni. Lo hanno fatto con una lettera un gruppo di parlamentari di Partito democratico e Sinistra ecologia libertà (col contributo di fuoriusciti del M5S): la prima firmataria e la senatrice Dem Daniela Valentini, che chiede un atto di clemenza nei confronti di "tre cittadini cubani, Ramòn Labañino, Gerardo Hernandez e Antonio Guerrero, da 15 anni nelle carceri americane".

La missiva è firmata, tra gli altri, dai senatori Manconi, Amati, Albano, Battista, Broglia, Caleo, De Biasi, Granaiola, Lucherini, Manconi, Mineo, Pezzopane, Pegorer, Sposetti, Stefano, Tocci e Tronti. "Certamente lei sarà informato – vi si legge – che da quindici anni sono nelle carceri americane tre cittadini cubani: Ramòn Labañino, Gerardo Hernandez e Antonio Guerrero. Le questioni per le quali essi sono in carcere risultano controverse, ma a noi preoccupano le loro precarie condizioni di salute. In particolare Ramon Labañino è sulla sedia a rotelle e non riceve cure. Gli danno da mangiare a tutte le ore del giorno per fargli perdere la cognizione del tempo e può ricevere visite solo due volte all'anno".

"Presidente – proseguono i parlamentari italiani - ci rivogliamo a lei perché conoscendo la sua sensibilità speriamo che lei voglia concedere un atto di clemenza, se non di giustizia, ai tre prigionieri cubani. A breve qui in Italia arriverà Mariela Castro, figlia del presidente cubano Raul, per un'audizione in commissione Diritti Umani proprio sullo stato di salute dei tre detenuti. Nei prossimi mesi andremo in America per incontrare i democratici americani. La vicenda dei cubani attiene al rispetto dei diritti umani, senza il quale viene meno un sacrosanto principio di civiltà. Speriamo che il presidente Obama - concludono i senatori - ci dia un segnale in tal senso e che i tre cittadini cubani possano tornare al più presto dalle loro famiglie". I tre facevano parte di un gruppo di cinque agenti dell’intelligence inviati negli Usa dal governo comunista cubano, per combattere le organizzazioni terroristiche che partendo dalle coste della Florida organizzavano continuamente attentati nel territorio dell’isola caraibica.

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