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Porcettum:tutti contro la legge elettorale sarda

Corte costituzionaleDa destra a sinistra contestata la legge statutaria: pronti i ricorsi alla Corte costituzionale per sbarramenti, resti e province penalizzate.

L'hanno già definita "Porcettum", in omaggio al nazionale Porcellum: è la legge elettorale, indubbiamente cervellotica, con cui si è votato la settimana scorsa per le regionali in Sardegna, che ora finisce sotto accusa un po' da tutte le parti politiche, con accuse di incostituzionalità simili a quelle riservate alla sua "cugina" nazionale italiana. Agli incredibili ritardi nello spoglio (i risultati sono arrivati oltre 24 ore dopo la chiusura dei seggi), si sono aggiunte le contestazioni delle province sarde meno popolose, che rispetto al passato sarebbero sottorappresentate dalla legge, e quelle dei partiti che non hanno superato le soglie "di sbarramento" per avere consiglieri regionali, pur avendo ottenuto molti voti: è il caso della coalizione "Sardegna Possibile" di Michela Murgia, ma anche di quella guidata dall'ex presidente della regione Mauro Pili.
In ogni caso, a sei giorni dalla chiusura delle urne, una difficile interpretazione della norma non  permette ancora di capire a chi e in quale collegio verranno attribuiti i seggi con i 'resti', le particelle numeriche infinitesimali sulle quali si stanno giocando 3 o 4 seggi in consiglio regionale.

Sono quindi pronti i ricorsi alla Corte costituzionale, il primo dei quali annunciato dal deputato del Pd Giampiero Scanu, ci sono state poi le critiche di Antonio Satta (Upc), Giovanni Pilleri (Riformatori sardi), ma ad attendere spiegazioni c'è anche Matteo Sanna (consigliere di Fdi non rieletto): tutti questi vengono dalla Gallura, che come territorio perde tre consiglieri regionali su 5, mentre il Medio Campidano vede i suoi dimezzati (erano 4 ora sono 2) e la stessa cosa accade per l'Ogliastra, che aveva due consiglieri ed è ora ridotta a uno. La legge infatti assegna, secondo i critici, in maniera "sporporzionata" seggi in regione alle circoscrizioni di Cagliari e Sassari, penalizzando quindi i territori meno popolati.
La macchina elettorale infatti è andata in tilt a Sassari, Oristano, Cagliari e nella stessa Gallura, con plichi di schede inviati nei tribunali circoscrizionali per la conta dei voti perché le operazioni di spoglio non si sono concluse nei tempi previsti dalla legge, ovvero 12 ore dopo l'inizio del conteggio. Il problema è da ricercare soprattutto nella scheda 'lenzuolo' con cui i sardi hanno votato domenica scorsa, con tutti i simboli dei partiti stampati su una casella che si sono ripetuti nella casella riservata alla votazione del presidente, generando confusione nell'interpretazione nel voto e molti errori da parte dei cittadini confusi dai troppi simboli presenti.
A creare ulteriori problemi c'è anche l'interpretazione dei resti da attribuire in circoscrizioni diverse, e questo è uno dei motivi su cui si baserebbero i ricorsi alla Consulta, la rappresentanza territoriale.

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