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Tsipras a Roma per un'Europa contro l'austerity

Alexis TsiprasIl greco leader di Syriza al Teatro Valle per tentare di unire la sinistra italiana nel suo nome alle prossime elezioni europee.

E' sufficiente essere giovani come Matteo Renzi per fare politica? Basta dire dei No come fa Beppe Grillo per uscire dalla crisi? Nient'affatto, almeno secondo Alexis Tsipras, il candidato della sinistra per il ruolo di Presidente della Commissione europea, che sarà eletto dal parlamento di Strasburgo dopo le elezioni europee del prossimo 25 maggio. Tsipras, leader di Syriza, la coalizione della sinistra radicale greca che i sondaggi danno oltre il 30% nel paese ellenico, vuole cambiare l'Europa per liberarla dalla gabbia dell'austerità, che sta soffocando soprattutto il sud del continente e paesi come Italia e Grecia. Intanto, Tsipras sembra già aver raggiunto un risultato clamoroso: rimettere insieme la litigiosissima sinistra "radicale" italiana, che potrebbe sostenere una lista unitaria a lui dedicata, con un vasto schieramento che va da Sel a Rifondazione fino ai movimenti e alle occupazioni sparse per l'Italia. Spazi occupati come il Teatro Valle di Roma, dove il candidato al ruolo oggi ricoperto da Barroso ha fatto ieri la sua prima "apparizione" ufficiale nel nostro paese, attaccando l'Europa basata sui diktat tedeschi e, appunto, protagonisti della vita politica italiana come Renzi e Grillo.

Una strategia, quella di essere europeisti ma ribaltando l'Europa dell'austerità e della trojka in quella della solidarietà e del lavoro, che sembra funzionare, visto il pienone del teatro nel centro di Roma, che ha costretto molti a seguire l'evento su uno schermo piazzato nel foyer, mentre i giornalisti sgomitavano per entrare da ingressi secondari, da quelli della carta stampata fino alle principali televisioni. Tsipras, nonostante un traduttore tanto simpatico quanto approssimativo, ha mantenuto le aspettative di fan e curiosi, quando ha definito la sinistra italiana "un faro" storico, citando leader del passato come Gramsci, Togliatti, Berlinguer e Pietro Ingrao, ma soprattutto quando ha attaccato il "neoliberismo" che con la scusa della crisi è stato imposto ai popoli europei, nel tentativo di impoverirli e ridurli ai salari dei paesi in cui le aziende vanno a delocalizzare, come la Polonia dove Electrolux vuole trasferire i suoi stablimenti italiani. E' la "lunga notte del neoliberismo" che il greco vorrebbe far finire, un'impresa non facile che però potrebbe creare in questa "guerra economica" un fronte dei paesi del sud Europa, guidato proprio da Italia e Grecia, per rinegoziare il debito e cambiare le regole europee, allentando le politiche che da anni stanno distruggendo Atene.

Ma Tsipras non è un "euroscettico" come i populisti di destra alla Marine Le Pen che oggi hanno successo in molti paesi o lo stesso Beppe Grillo; piuttosto è un europeista che crede all'unità del continente e non alle "piccole patrie", a un euro che sia fondato su altre basi e che chiede una conferenza in stile post-bellico per ridiscutere il debito dei paesi più in difficoltà, come si fece dopo la seconda guerra mondiale, nel 1953, quando venne cancellata gran parte dell'immenso debito tedesco, azione che lanciò il grande sviluppo della Germania Occidentale nei decenni successivi. Non a caso, con queste sue idee, il leader di Syriza è molto malvisto proprio nel paese di Angela Merkel, che peraltro esprime l'altro candidato "di sinistra" delle prossime europee, il socialista Martin Schultz: il periodico Der Spiegel lo ha definito "il nemico numero uno dell'Europa", ma lui non si scompone e ribatte con un "certo, sono il rivale dell'Europa dei mercati e delle disuguaglianze sociali". Insomma, Tsipras l'uomo dei miracoli: intanto vediamo se gli riuscirà quello di riunire tutte le mille anime della sinistra nostrana, che certo non è un'impresa facile.

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