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Beppe Grillo indagato a Roma, Bergamo e Teramo

Grillo indagatoAperti fascicoli sul comico: tra le altre accuse quella di aver istigato le forze dell'ordine ad unirsi ai "Forconi".

Beppe Grillo finisce sotto indagine, anche se ancora non sono ben chiari i motivi per cui la magistratura ha aperto dei fascicoli su di lui. Stamattina si era diffusa la notizia che il leader del Movimento 5 Stelle fosse indagato nella sua città, Genova, dopo un esposto da parte di alcuni deputati del Pd, che lo accusavano di aver commesso un reato nell’esortare i militari e le forze dell’ordine e non difendere più la classe politica, unendosi invece al movimento dei “Forconi”.
In seguito, il procuratore capo di Genova. Michele Di Lecce, ha negato la circostanza spiegando che Grillo “non è indagato, sono arrivati atti da varie procure, li stiamo valutando per capire se aprire una indagine o meno, stiamo valutando le carte". Di sicuro, ha spiegato il magistrato, gli atti che riguardano il comico arrivano “da diverse procure dove risulta già indagato", in particolare da quelle di Roma, Bergamo e Teramo.

Il messaggio “incriminato”, rivolto alle forze dell'ordine nel  dicembre scorso, legato anche al gesto di  alcuni agenti addetti all'ordine pubblico che si sfilarono il casco  protettivo, invitava l'esercito, la polizia e i carabinieri a non  schierarsi a protezione della classe politica italiana. La lettera era indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante generale dell'arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio  Graziano, capo di stato maggiore dell'Esercito italiano.
A non aver dubbi sul fatto che il leader M5S sarà indagato è il generale Domenico Rossi, ex capo del Cocer Interforze e ora deputato del gruppo Popolari per l'Italia, che parla di ''un atto dovuto da parte della  magistratura. Non ci sono dubbi che quella lettera costituisca non un  atto politico ma una istigazione alle forze dell'ordine a deviare dai loro doveri''.

Per l'ex sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, ''i Cinque Stelle che hanno così a cuore la giustizia, devono sapere che non si può  creare qualcosa partendo dal sovvertimento delle regole. Specie quando questi 'inviti' sono rivolti a uomini e donne che fanno dei doveri la loro ragione di vita al servizio della comunità''.
E intanto i Pubblici ministeri Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, della procura di Torino, hanno chiesto per Grillo nove mesi di reclusione (e 200 euro di multa) per la violazione di sigilli apposti dalle forze dell’ordine per un episodio legato alla costruzione di una baita-presidio dei No Tav in Valle di Susa. I due Pm, nella proposta di conteggio della pena, hanno applicato la recidiva in riferimento a una precedente condanna per diffamazione.

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