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Mauro: basi sarde intoccabili, Sel attacca

Base QuirraIl Ministro della difesa insiste sulle basi in Sardegna, e la Brigata Sassari a febbraio partirà per l'Afghanistan.

Poligoni intoccabili e migliaia di nuovi militari in arrivo in Sardegna. Non sembra che lo stato italiano e i suoi partner internazionali abbiano intenzione di allentare la presa dei suoi “giochi di guerra” sull’isola, almeno a giudicare dalle dichiarazioni che il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha rilasciato ieri durante la festa della Brigata Sassari ad Olbia, come "Il tema della presenza dei poligoni in Sardegna è legato ad una logica di interesse della sicurezza nazionale. Abbiamo però un dialogo continuo con le istituzioni sarde per contenere l'invadenza delle problematicità legate alla presenza dei poligoni".

Insomma, parliamo di quello che volete, ma non ce ne andiamo. Mauro ha anche aggiunto che in Sardegna al momento sono presenti circa 5mila militari, ed è “anche in arrivo un nuovo Reggimento che andrà a contribuire alle politiche di sicurezza che il nostro Paese ritiene indispensabili nello scenario euromediterraneo e che rappresentano un contributo importante per l'economia della Sardegna. La loro presenza qui implica la presenza di luoghi dove si possano addestrare, sarebbe molto complesso immaginare che l'addestramento di queste truppe si svolga fuori dall'isola". L’altra notizia è che proprio la Brigata Sassari a febbraio partirà in missione in Afghanistan, visto che il Ministro ha sottolineato che il corpo è nato “per difendere la patria.  È una realtà che fa bene all'Italia parlando sardo".

 Va all’attacco del titolare della difesa Sel, che con il suo deputato sardo, Michele Piras, parla di "troppa terra e troppo mare violentati e sottratti ai sardi” per un problema che non è “di territorio occupato, ma anche della natura delle attività di addestramento che vengono svolte: troppo spesso, prevedono l'uso di ordigni e di esplosivi che lasciano ampie zone di territorio contaminati con metalli e polveri, che costituiscono un grave fattore di rischio per la salute della popolazione e degli animali”. Piras annuncia che il suo partito si batterà non solo “per la chiusura di Capo Frasca e Capo Teulada e la riperimetrazione e specializzazione del Poligono del Salto di Quirra in polo di addestramento e formazione ad alta tecnologia, ma pretenderemo che lo Stato paghi per intero il costo delle bonifiche e che partecipi alla riconversione dell'economia locale. La sicurezza nazionale non può continuare a chiedere ai sardi un sacrificio di proporzioni così devastanti. Auspichiamo che il ministro Mauro mantenga la parola data, circa la convocazione nel 2014 della seconda conferenza nazionale sulle servitù militari. Quella sarà l'occasione per la nuova rappresentanza del popolo sardo per chiedere una riduzione quantitativa e qualitativa della presenza militare nell'isola".

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