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Sel, la strada giusta porta al greco Tsipras

Congresso SELIl movimento di sinistra celebra il suo secondo congresso e per le elezioni europee si schiera col greco Tsipras.

Dove porta la strada giusta per l'"altra Europa" nel 2014? La sinistra italiana sembra aver scelto, e la risposta è in Grecia. Da qui, infatti, arriva quell'Alexis Tsipras che sarà il candidato alle prossime elezioni continentali di tutte le sinistre che non fanno parte del Partito socialista europeo.
In ordine di tempo, l'ultima ad aver dichiarato il suo sostegno al leader del movimento greco 'radicale' Syriza (dato dai sondaggi oltre il 30% nel paese ellenico) è stata Sinistra Ecologia Libertà (Sel), nel corso del suo congresso nazionale di questo weekend a Riccione.

Una scelta non facile, che è stata adottata dopo un dibattito intenso e a tratti anche duro, visto che Sel ha da tempo chiesto l'adesione al Pse, e proprio quando questa sembrava vicina, ha deciso di non sostenerne il candidato alla Commissione Europea, il tedesco Martin Schultz. Non a caso la decisione favorevole a Tsipras, che potrebbe portare alla creazione di una lista comune italiana di tutti coloro che si collocano 'a sinistra' del Pd, è stata presa votando un ordine del giorno della minoranza interna del partito guidato da Nichi Vendola (peraltro confermato alla presidenza), che in precedenza non si era espresso chiaramente sull'argomento ma da molti osservatori (per quanto spesso non imparziali) era quasi 'accusato' di preferire a priori Schultz.

In questa occasione però Sel è stata finalmente quel partito 'aperto' invocato da tanti militanti, e il suo congresso ha visto un dibattito acceso e vivace, con lo stesso leader che nelle sue conclusioni si è detto 'cambiato' da questa tre giorni romagnola. Vendola ha anche ricordato le imminenti elezioni regionali sarde, con la "battaglia" per liberarsi di Cappellacci, ma soprattutto la schiavitù delle servitù militari che da decenni interessa l'isola, quando ha utilizzato la parola d'ordine del "disarmo", quello letterale dagli strumenti di guerra così presenti nell'isola e quello nelle battaglie politiche, che non devono puntare "all'annientamento dell'avversario".
Sel è ora più lontana e in polemica col Pd di Matteo Renzi, che pur annunciato a Riccione non si è presentato, forse per paura di quelle contestazioni in effetti subite dal suo vice Stefano Bonaccini, a lungo fischiato dalla platea di delegati e iscritti. Per Vendola e compagni però la distanza dai democratici non significa tornare nel 'recinto' della sinistra ortodossa e identitaria tipica di una tradizione residuale comunista (peraltro ormai quasi inesistente da noi), ma "andare in mare aperto come un vascello 'corsaro' e senza padroni". Grosse ambizioni per un movimento che alle ultime politiche è andato poco oltre un deludente 3% e si trova schiacciato in parlamento tra i 'giganti' Pd e M5S, ma che comunque rappresenta l'unica sinistra del paese in Parlamento e nelle istituzioni (dai grandi comuni in cui ha sindaci, come Milano e Cagliari, fino alle regioni), nonché l'unico soggetto che possa almeno sperare di rappresentare certe posizioni in modo autonomo, senza i favori di ingombranti partner come quel Pd che in accordo con Berlusconi ha appena promosso una legge elettorale fatta apposta proprio per distruggere i piccoli partiti.

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