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ITALIA: QUESTO E' UN PAESE PER VECCHI

PassegginoDa una ricerca del Censis si appura come quello delle badanti sia uno dei pochi settori in Italia che non conosce la crisi.

Sono un milione e 665 mila le badanti che si occupano di anziani, bambini e persone non autosufficienti nel nostro Paese, il 53% in più rispetto a dieci anni fa. Nel 2030 saranno oltre 2 milioni.
Questi i risultati di una ricerca del Censis realizzata con l'Ismu per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presentata oggi a Roma.

Tali numeri sono lo specchio di una situazione abbastanza chiara: l’aumento della popolazione in età anziana. È l’altra faccia della medaglia però ad essere preoccupante, ovvero la concomitante riduzione della popolazione in età giovanile. È da anni infatti che le statistiche indicano un tasso di natalità basso, e un ricambio generazionale nettamente inferiore al passato.

E se le cause della prima sono ascrivibili all’allungamento della vita media, quindi al progresso medico sanitario raggiunto nei paesi occidentali, le natalità ai minimi storici sono probabilmente dovute, in quest’ultimo periodo, ad una mancanza di fiducia, a quella onnipresente sensazione di futuro incerto che attanaglia i giovani, ma ormai anche quelli che “giovani” sono costretti ad esserlo. 

La cosa più preoccupante della situazione attuale è la manifesta incapacità della nostra società di gestire questa che, prima o poi, potrebbe diventare una vera e propria emergenza. Non ci sono incentivi alle giovani coppie che tengano quando viene a mancare la speranza di una vita più o meno serena. La mancata stabilità economica si riversa sui rapporti – sempre più precari – fra coppie. La possibilità di non potersi permettere un’abitazione tutta per se – cosa impensabile una ventina di anni fa per un Paese fondato sul mattone – oggigiorno è la normalità. Si convive con sconosciuti per necessità, si convive con il proprio partner per convenienza. Chi fa un figlio a trent’anni è visto dai propri coetanei come coraggioso e forse, diciamolo pure, un po’ pazzo.

L.M.

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