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Beppe Grillo: rubrica contro le iene dattilografe

GiornaliIl leader dei Cinque Stelle inaugura uno spazio contro i giornalisti sul suo blog, attaccando la Oppo dell'Unità.

"Vai a fanculo!!! Figlia di puttana!!!! Succhia dei cazzi e zitta!!!!", "Che racchia. Pure raccomandata e sostenuta dai soldi pubblici. Sedia elettrica subito!", "Ma questa ha un fidanzato che la s......a ogni tanto? ahahahaha". Sono alcuni dei centinaia di commenti ad un post sul blog di Beppe Grillo, dal titolo: "Giornalista del giorno: Maria Novella Oppo, L'Unità". Con questo pezzo, accompagnato da una grande foto della storica giornalista del quotidiano, il sito del comico-politico fondatore del Movimento 5 Stelle inaugura una nuova rubrica in cui si invitano i lettori a segnalare "i 'giornalisti' stile Oppo". Certo, non tutti i commenti volgari devono essere necessariamente ricondotti al Movimento fondato da Grillo, ma purtroppo questa presa di posizione conferma (per l'ennesima volta) che anche la "novità" politica si è accodata, in maniera perfino più violenta del solito, a una tendenza classica della politica italiana, quella dell'attacco alla stampa e della sindrome da accerchiamento. Da Mussolini a Craxi, da Berlusconi a Massimo D'Alema, che lo espresse benissimo col suo "iene dattilografe", sono tanti i leader della politica tricolore che hanno individuato nella stampa uno dei principali nemici.

Nel caso dei Cinque Stelle, questo si unisce all'odio per gli "sprechi della casta", in cui vengono inclusi i finanziamenti pubblici alle testate più o meno "di partito", di cui L'Unità è stata sempre considerata uno dei massimi esempi. Questo non significa che il giornalismo italiano sia esente da critiche, anzi dilettantismo e superficialità sono stati spesso segnalati anche su questo sito, a partire dalle bufale in cui cascano molti giornali, fino alle loro esagerazioni e distorsioni nel riportare i fatti e al loro vantarsi dei propri successi, anche quando è fuori luogo. La critica, anche dura e faziosa come quella che la Oppo ha riservato a Grillo e M5S, è però comunque cosa diversa dal mettere all'indice, per di più operato da un uomo che ha grandi responsabilità politiche e alle ultime elezioni ha ottenuto quasi nove milioni di voti. Spesso, consensi di cittadini esasperati, arrabbiati e senza rappresentanza, ai quali però viene fatto credere che la realtà sia semplice e piena di nemici da abbattere, i partiti, i giornali, i sindacati, la casta, eliminati i quali andrà tutto per il meglio, invece di fornire mezzi per analizzare una situazione sempre più complessa, in cui senza i giusti strumenti si rischia davvero di sbattere all'infinito contro un muro di gomma.

Molte le risposte a Grillo arrivate da media e web: su Esse Blog quello del comico viene definito "Un metodo rodato, tipico delle peggiori dittature della Terra", visto che "non c’è nessuna democrazia nella demonizzazione dei propri avversari. Non c’è critica che tenga e non si fa un buon servizio ai propri elettori, che sono a loro volta vittime di 'sloganismo demagogico', in operazioni di questo tipo". Si ricorda poi che "non è la prima volta che Beppe Grillo attacca la stampa utilizzando strumentalmente il tema dei 'giornalisti casta e servi del potere': la spada del novello censore non ha risparmiato nemmeno i precari, i più esposti e meno tutelati del sistema giornalistico italiano" e si conclude con un "sinistra vuol dire rispetto dei propri avversari, del lavoro e della libertà di opinione. Sempre. Diversamente parliamo di fascismo, e questo non possiamo tollerarlo". Certo, l'accusa di fascismo e di essere lontano dalla sinistra non farà molto effetto a un leader che si considera "oltre", rispetto agli schieramenti politici tradizionali, ma è anche vero che molti dei suoi elettori si considerano antifascisti e di sinistra. Potrebbe avere più effetto, invece, l'accusa di aver fruito a propria volta di finanziamenti pubblici come quelli de L'Unità: è successo ad esempio nel 2009, quando la "Casaleggio Associati", società dell'uomo in assoluto più vicino a Grillo, ha percepito 32mila 900 euro dal Ministero dello Sviluppo Economico, sotto forma di "credito d'imposta per lo sviluppo delle attività di commercio elettronico", come rilanciato dal web e visibile in una graduatoria pubblicata da molti siti e gruppi antigrillini sui social network.

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