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Amianto: interpellanza su militari sardi malati

Amianto naviPresentata al Governo da Sel per contrastare l'esclusione dei soldati dai benefici per chi si ammala in servizio.

Il dramma dell’amianto e delle malattie legate al contatto con esso, molto diffuse anche in Sardegna specie tra i militari, tornano al centro dell’attenzione, in particolare del Parlamento. È di oggi, infatti, la notizia di un’interpellanza al Governo del deputato sardo Michele Piras, di Sel, su questo argomento, presentata in collaborazione con le associazioni dei familiari e delle vittime, in particolare A.F.eV.A. Sardegna Onlus (Associazione Familiari e Vittime Amianto Sardegna Onlus). Nel documento, si segnala che i lavoratori della difesa sono fra le categorie “che in misura maggiore di altre hanno operato a contatto con l’amianto, quindi anche coloro che più di altri oggi subiscono malattie correlate a questa esposizione”.

Si ricorda poi che in Italia, fino agli anni ’90, si è continuato “a costruire navi e sommergibili da guerra impiegando notevoli quantità di amianto, nonostante la pericolosità dell’amianto fosse conosciuta da decenni, e – ad oggi – soltanto il 20% delle 155 unità operative è stato completamente bonificato”. Si stima che oltre 4mila persone all’anno muoiano di malattie derivanti dall’esposizione a questo materiale, ma malgrado questo lo Stato non riconosce ai lavoratori delle Forze armate “i benefici di legge previsti per coloro che hanno operato in settori esposti a tale rischio professionale, e la cosiddetta spending review ha addirittura fatto calare una mannaia sugli accertamenti dell’Inail delle malattie correlate”. Insomma, una “grave ingiustizia” cui dovrebbe porre rimedio l’esecutivo nazionale, visto che queste persone si sono ammalate lavorando per il settore pubblico e sono sicuramente da considerare vittime di patologie contratte sul servizio.

La Onlus sarda ha considerato i 215 casi di Mesotelioma Maligno che hanno colpito i militari esposti alla sostanza, ravvisando che sono soprattutto nella Marina, in particolare quelli “con esposizione esplicita nelle categorie di “Macchina” e “Coperta” sono complessivamente 147 (100%), di cui 88 (59,9%) casi nel personale di “Macchina” e 59 (40,1%) casi nel personale di “Coperta”. In Sardegna hanno avuto più volte gli “onori” della cronaca le vicende dei soldati morti o ammalati per cause di servizio, come successo nel caso del maresciallo di Villamassargia Marco Diana, 44 anni, colpito da molti anni da un cancro che attacca il sistema immunitario e linfatico e provoca metastasi nel fegato e a cui anche di recente sono state ridotte le cure e le forme di assistenza a disposizione.

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