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Emergenza Sardegna: in arrivo 150 milioni?

Alluvione canottoI fondi potrebbero arrivare da modifiche alla Legge finanziaria in discussione in questi giorni al Senato.

Nuove risorse per l’emergenza in Sardegna potrebbero arrivare a breve da modifiche alla legge finanziaria in discussione alla Commissione bilancio del Senato. In particolare, c’è un emendamento del presidente della Commissione, Antonio Azzolini, che fissa in 150 milioni di euro il tetto delle risorse, non impegnate, giacenti sulla contabilità speciale per il dissesto idrogeologico, che potranno essere impiegate per l'emergenza.  La proposta di modifica prevede anche che altri 25,85 milioni di euro, assegnati alla Sardegna dalla delibera Cipe del 20 gennaio 2012, non siano assoggettati per l'anno 2014 ai vincoli del Patto di stabilità interno. Infine, dovrebbe essere previsto che per il ripristino di strade e ponti interrotti o danneggiati, seppure non di competenza statale, il Commissario delegato all’emergenza potrà utilizzare l'Anas.

Commissario che è già stato nominato ieri, è Giorgio Cicalò, Direttore generale della Protezione civile della Regione Sardegna, che avrà il compito, sulla base del Piano degli interventi che dovrà redigere e sottoporre alla valutazione del Capo del Dipartimento, a disporre, in collaborazione con i Comuni, delle risorse finora stanziate “per il soccorso e l'assistenza alla popolazione, gli interventi di somma urgenza e provvisionali necessari al fine di non compromettere ulteriormente l'incolumità della popolazione”. Inoltre, il Commissario – secondo una nota della Protezione Civile nazionale – “dovrà anche procedere alla ricognizione dei fabbisogni relativi sia al patrimonio pubblico che a quello privato”. Ma la stessa Protezione Civile in questi giorni è sotto accusa da più parti per l’allerta tardiva e la sottovalutazione dell’evento meteo: l’ultimo a metterla sul banco degli imputati è il consigliere regionale Paolo Maninchedda del neonato Partito dei sardi, che sul suo sito web accusa il Dipartimento di aver modificato a posteriori i bollettini meteo. “Sono andato a ricontrollarmi tutti i bollettini del giorno 17, 18 e 19 – dice - e ho scaricato le cartine che visualizzavano il rischio. Mentre facevo  questa operazione, la cartina del giorno 18 novembre ha cambiato aspetto''. In un post intitolato “L’imbroglio della Protezione civile”, Maninchedda pubblica le due cartine mettendole a confronto.

Il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, puntualizza però che il Dipartimento "non fa previsioni meteorologiche, ma una previsione degli effetti al suolo dell'evento". L'effetto “è dinamico e deve essere monitorato e sorvegliato", ha aggiunto, ricordando anche che “in base alle leggi si chiariranno le responsabilità”, della tragedia, altrimenti ci si adegua “allo sport del tutti responsabili nessuno responsabile”. E infatti nell’isola sono già scattate due inchieste per disastro colposo, una della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, l'altra di quella di Nuoro. La magistratura inquirente ha richiesto alle amministrazioni maggiormente coinvolte nella catastrofe i progetti, le delibere e tutto quanto possa consentire di far chiarezza su opere stradali, manufatti, edifici, strutture e pianificazioni urbanistiche che hanno visto la luce negli ultimi anni. Per ora si tratta di fascicoli di indagini senza un nome, ma come ha detto il sostituto procuratore del Tribunale di Tempio, Riccardo Rossi, "questo è il momento della misericordia, poi arriverà quello della giustizia", visto che la vicenda "ha posto in luce delle carenze strutturali che passata l'emergenza - ha concluso il magistrato - dovremo valutare se potevano essere evitate"

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