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Emergenza in Sardegna: oltre 3mila detenuti

Carcere BuoncamminoDenuncia del sindacato della Polizia penitenziaria, che chiede l'intervento del Ministro della Giustizia.

In Sardegna è emergenza carceri, con una situazione “allarmante” che ovviamente non riguarda solo l’isola, che però è messa peggio di tanti altri territori. Questa, almeno, è la denuncia del sindacato della Polizia penitenziaria Sappe, con il suo segretario generale Donato Capece, che sollecita un intervento urgente del Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, peraltro finita di recente al centro di una polemica per essere intervenuta a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti.

I dati sono sconvolgenti: al 31 ottobre scorso erano 2.057 (2.020 uomini e 37 donne) le persone detenute nei 12 penitenziari isolani. A queste se ne aggiungono altre 1.175 ammesse a vario titolo a scontare sul territorio sardo misure alternative alla detenzione, misure di sicurezza e sanzioni sostitutive. A fronte di questi numeri, sostiene il sindacato, mancano in organico oltre 600 poliziotti penitenziari ed è "del tutto evidente - sottolinea il segretario Capece - che scontare la pena fuori dal carcere, per coloro che hanno commesso reati di minore gravità, ha una fondamentale funzione anche sociale”. Solo nel lavoro di pubblica utilità per i soggetti sorpresi alla guida in stato di ebbrezza, in Sardegna sono impiegate complessivamente 176 persone. Nell'Isola ci sono anche 583 persone ammesse all'affidamento in prova ai servizi sociali, 22 in semilibertà e 310 in detenzione domiciliare.

Sul fronte delle presenze in carcere, quello di Cagliari è il penitenziario più affollato, con 467 detenuti per circa 300 posti letto, seguito da Sassari (334), Lodè Mamone (236) e Tempio (180). Novantotto i reclusi presenti ad Alghero, 101 ad Is Arenas Arbus, 115 a Iglesias, 110 a Isili, 52 a Lanusei, 47 a Macomer, 165 a Nuoro e 152 a Oristano. Sovraffollamento e carenza di personale incidono, secondo il Sappe, sulle condizioni di vita dei carcerati, a cui si stanno aggiungendo in questo periodo anche criminali particolarmente pericolosi, in particolare boss della criminalità organizzata. "Nei 12 istituti penitenziari sardi nel primo semestre del 2013 – conclude il sindacato - si sono registrati 180 atti di autolesionismo, 22 tentati suicidi, 25 colluttazioni e 6 ferimenti, 184 sono stati i detenuti protagonisti di sciopero della fame, mentre purtroppo 3 sono stati i morti per cause naturali".

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