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Mafia, anche in Sardegna infiltrazioni di Camorra e 'Ndrangheta

Particolarmente attive nelle rapine ai furgoni portavalori, molti anche gli investimenti immobiliari tra Villasimius e Olbia.

La Sardegna non è terra di sodalizi criminali mafiosi, ma negli anni diverse inchieste hanno messo in luce "la presenza di soggetti riconducibili alle mafie tradizionali che nell'Isola hanno riciclato capitali illeciti o evidenziato interessi nel narcotraffico". Lo segnala la Direzione Investigativa Antimafia nella relazione sul periodo di attività luglio - dicembre 2020, sulla quale la Ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha riferito al Parlamento. Nel 2017, ricorda la Dia, l'operazione "Omphalos" svelò un tentativo di riciclaggio attraverso la costruzione, mai completata, di un villaggio cui erano interessati due affiliati al clan Puca, mentre prima ancora, nel 2014, l'operazione "Little Lord" aveva evidenziato il coinvolgimento di imprenditori, amministratori locali, politici nazionali e soggetti legati al cartello dei Casalesi (gruppo del boss Zagaria) e al clan D'Alessandro, di Castellammare di Stabia (Na), nella costruzione di un villaggio turistico a Villasimius, nel cagliaritano.

Ancora, nel 2018 emerse che organizzazioni di origine campana avevano acquistato immobili in località turistiche del sassarese e del cagliaritano. Non solo la criminalità campana, però, ha reinvestito nell'Isola: a Olbia, in Gallura, un complesso turistico riconducibile ad un ex appartenente alla Banda della Magliana è stato posto sotto sequestro e lo stesso territorio è risultato di interesse per soggetti vicini alla 'ndrangheta attiva nel torinese. E', inoltre, emerso il coinvolgimento di alcune famiglie pugliesi e della criminalità lucana e calabrese nel settore del gioco d'azzardo e delle scommesse on line. Narcotraffico, rapine ai furgoni blindati, assalti ai portavalori, traffico di armi: sono le attività criminali nelle quali si riscontrano relazioni tra le bande sarde e le mafie.

Su questo vengono richiamate le due operazioni, 'Dama' e 'Maddalena', del luglio 2020 e del gennaio di quest'anno. La prima ha messo in luce i contatti di un gruppo criminale sardo con esponenti della cosca di 'ndrangheta Barbaro-Papalia, che riforniva droga per le province di Cagliari e Nuoro. La seconda ha rivelato come a capo di due organizzazioni criminali - una delle quali dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e di armi con la Corsica e l'altra specializzata negli assalti a furgoni portavalori e nelle rapine ai caveau, in Sardegna e Toscana - ci fosse un nuorese. L'organizzazione si avvaleva, per il rifornimento di mezzi per gli assalti, della collaborazione di personaggi appartenenti alla criminalità organizzata campana legati ai clan Fabbrocino e Di Lauro.

Il rapporto tra le rapine a furgoni portavalori, istituti di credito e uffici postali e i traffici internazionali di droga sono stati confermati anche dalla Presidente della Corte di Appello di Cagliari, Gemma Cucca, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021: Cucca, ricorda la relazione della Dia, ha definito allarmante il fenomeno delle rapine ai furgoni blindati "anche perché costituiscono certamente le fonti principali di un'accumulazione originaria che prelude a investimenti importanti soprattutto nel traffico di droga".

Foto | Global Panorama su Flickr

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