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Piano casa sardo: per il governo apre a condono edilizio

Le motivazioni dell’impugnazione da parte dell’esecutivo della contestata legge approvata a dicembre dal consiglio regionale della Sardegna.

Il 'nuovo piano casa' della Sardegna concede aumenti di cubature "sproporzionati" e contrari alle norme ed espone in particolare le campagne al rischio di effetti ambientali "devastanti in termini di frammentazione degli agroecosistemi". Non solo: la legge apre a "un condono edilizio" regionale surrettizio e a una distorsione della concorrenza nell'accesso ai fondi del superbonus edilizio. Sono queste le principali contestazioni mosse dal governo alla legge 1 del 2021 approvata lo scorso 14 gennaio dalla maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale dopo una maratona di 14 sedute cominciate prima di Natale.

La legge, nel suo complesso, allenta il sistema di regole e di tutele finora in vigore, rendendo più semplice costruire, ristrutturare e ampliare praticamente ovunque, anche nelle zone agricole in lotti minimi di un ettaro, con l'eccezione della fascia protetta dei 300 metri dal mare, dalle zone umide e da laghi, stagni e bacini artificiali. Più facile anche rendere abitabili soppalchi, sottotetti, seminterrati e pilotis. Il nuovo piano casa, inoltre, consente aumenti di cubature per seconde case e hotel, introduce un mercato dei crediti volumetrici e proroga gli incrementi di cubature fino a tutto il 2023.

Le motivazioni dell'impugnativa, decisa venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, non sono state ancora pubblicate, ma la portata della bocciatura globale, estesa a quasi tutti i 31 articoli del testo, emerge chiaramente dalle obiezioni sollevate da febbraio in poi dai ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali. Dai documenti appare chiaro che i dubbi di legittimità costituzionale del governo investono l'intero impianto della legge, come pronosticato a più riprese dall'opposizione (centrosinistra e M5S) durante i lavori dell'Aula e dagli ecologisti, che fin da subito, anche con una petizione online (38.800 firme raccolte), avevano sollecitato l'impugnativa.    

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Al ministero dell'Ambiente la Sardegna, ai primi di marzo, ha risposto che le osservazioni mosse dall'ufficio legislativa erano "irrilevanti rispetto alla Regione autonoma, salvo volerne svilire l'autonomia". Inoltre, le controdeduzioni precisavano che gli incrementi volumetrici non erano ammessi nella fascia protetta dei 300 metri dalla battigia "ma solo nella 'fascia costiera che rientra tra le porzioni di territorio la cui regolamentazione è sottratta alla copianificazione tra Regione e Stato".    "Nessuna disposizione di legge statale", aveva obiettato la Sardegna, "impedisce di approvare i piani urbanistici generali o attuativi se manca un piano paesaggistico regionale" e che "la valutazione della compatibilità paesaggistica possa essere fatta caso per caso".

Foto | John Nuttall su Flickr

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