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Letta fa Frontex contro l'immigrazione

FrontexInsieme al premier finlandese ha chiesto il rafforzamento dell'agenzia europea già finanziata con 70 miliardi.

La politica italiana ci ha abituato a posizioni schizofreniche e contradditorie, specie negli ultimi anni: così abbiamo visto alcuni voltagabbana eletti con il partito "nemico" dell'Italia dei Valori votare la fiducia al Governo Berlusconi, abbiamo visto lo stesso ex premier dichiararsi in tutte le sedi contro la fiducia all'esecutivo di Enrico Letta, salvo poi votarla in aula, e ora vediamo lo stesso Letta che parla di immigrazione riuscendo a dire cose praticamente opposte nell'arco di poche ore. Infatti, non si era ancora spenta l'eco delle sue dichiarazioni favorevoli alla cancellazione della legge Bossi-Fini che il premier, incontrando il suo omologo finlandese Katainen, promuove il rafforzamento dell'Agenzia europea Frontex, che di fatto esegue su scala continentale quello che la normativa italiana si limita a fare (o tentare di fare) nel belpaese.
A margine dell'incontro col premier finlandese, infatti, Letta ha affermato che "è molto importante una partecipazione diretta finlandese ed è anche importante che insieme cambiamo le politiche europee con un rafforzamento di Frontex. La disponibilità ad aiutare con navi e personale l'Italia è una buona notizia, ringrazio Katainen ed è una dimostrazione di cosa significhi la solidarietà europea".

Ma che cos'è Frontex? uno strumento per rafforzare l'integrazione? Un'agenzia che si occupa di "distribuire" il peso dell'accoglienza dei migranti tra i vari paesi dell'Unione, che in molti casi ne hanno bisogno come manodopera? niente di tutto ciò. Basta leggere sul web per scoprire che tra i compiti di Frontex c'è "l'assistenza agli Stati membri nelle operazioni di rimpatrio congiunte di cittadini stranieri che soggiornano illegalmente nel Paese, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali della dignità umana dei rimpatriati". Nel rispetto della dignità umana e certo, pattugliando il mare in modo da rendere più difficili tragedie come quella di Lampedusa, ma la sostanza non cambia. Sempre di respingimenti, per quanto "umanitari" possano essere, si tratta. Una sorta di "aiutiamoli a casa loro" in salsa progressista, insomma.

Oltretutto, non è che finora Frontex non sia stata finanziata, anzi: nel 2008 il suo budget "è stato raddoppiato a 70 milioni di euro, di cui 31 destinati soltanto alle missioni di pattugliamento delle frontiere marittime, nel Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico". Da agosto scorso, oltre ai fondi, l'agenzia dispone di 26 elicotteri, 22 aerei, 113 navi, attrezzatura radar da impiegarsi per i respingimenti. Insomma, è già un pozzo senza fondo di soldi dei cittadini europei che finora, risultati alla mano, non ha funzionato. Non sarebbe meglio forse che l'Italia, invece di spostare il tiro della repressione dal livello nazionale al livello europeo, accetti le migrazioni di massa come un fatto ineluttabile della storia dell'umanità e chieda invece ai partner continentali un aiuto nella gestione del fenomeno e una divisione degli oneri che esso comporta? sembra un po' di veder ripetersi la storia del proibizionismo sulle droghe. Miliardi e miliardi di euro spesi, con spaccio e consumo più diffusi che mai in tutto il continente, in attesa (probabilmente vana) che qualcuno decida di tentare altre strade.

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